15 marzo, 2019

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Scritto da: Redazione Opyn

Il futuro del credito è sempre più FinTech: lo dice il Polimi

Il FinTech continua la sua parabola ascendente e a segnalarlo adesso è anche l’Accademia. Oltre al marketplace lending in cui BorsadelCredito.it è leader in Italia, c’è un mondo legato al credito di filiera, o supply chain finance, ovvero “l’insieme delle soluzioni per il finanziamento del capitale circolante che fanno leva sul ruolo delle aziende all’interno della filiera”. In Italia questo mercato vale 530 miliardi di euro, ma è servito solo per il 28%. E non a caso, visto che si attendono in media 77 giorni per l’incasso dei crediti commerciali e sono necessari 91 giorni per il pagamento dei debiti, secondo le rilevazioni dell’Osservatorio Supply Chain Finance della School of Management del Politecnico di Milano, presentato nei giorni scorsi nel capoluogo lombardo.

Perché ne parliamo? Perché si tratta di soluzioni tecnologiche e di prodotto affini a quelle di BorsadelCredito.it e che vanno nella stessa direzione di contributo alla crescita delle PMI e con esse dell’economia reale.

Il FinTech, con la sua logica snella e i tempi rapidi, consente di superare un collo di bottiglia che è un terribile ostacolo per i business delle PMI italiane e fornisce loro la cassa corrente necessaria a operare. L’Osservatorio del Polimi contiene due importanti novità rispetto allo scorso anno, quando affermava che le soluzioni innovative stavano iniziando a fare capolino: stavolta le definisce quelle a maggior crescita (+500% e facendo riferimento a dati del 2017, quindi molto meno brillanti rispetto a quelli del 2018) e, inoltre, rileva un’importante commistione tra operatori tradizionali e innovativi che sarà un trend sempre più dominante nel futuro. Insomma, le piattaforme FinTech potranno avere un ruolo sempre più determinante nella gestione di quasi 400 miliardi di crediti non ancora incassati dalle aziende e di cui a oggi nessuno si occupa: un’occasione per le PMI che hanno a disposizione uno strumento più affine alle loro esigenze, ma anche per le piattaforme. 

Nel frattempo, il mercato italiano si è un po’ contratto: nella rilevazione di marzo 2018 valeva 637 miliardi di euro ed era il primo d’Europa, mentre oggi è stato superato dalla Francia. L’anticipo fattura bancario continua però a dominare, essendo passata dai 75 miliardi del 2016 ai 79 del 2017 (il 15% del mercato, +5,3%); mentre il Factoring, la cessione di crediti commerciali vantati da un’azienda verso i debitori, resta stabile a quota 58 miliardi (vale l’11% del mercato). “Nell’ultimo anno, però, a crescere sono stati soprattutto il Reverse Factoring, che permette ai fornitori di sfruttare il merito creditizio di un’azienda cliente per ottenere prezzi più bassi e vale 4 miliardi (lo 0,8% del mercato, +33%), l’utilizzo della Carta di Credito, che genera un valore di 2,6 miliardi (lo 0,5% del mercato, +6,7%) e soluzioni innovative legate al FinTech come l’Invoice Auction, un marketplace per l’anticipo fattura basato su una piattaforma tecnologica che consente a terze parti con disponibilità di capitali di investire nelle fatture emesse dalle aziende, che vale appena 0,04 miliardi (0,01% del mercato) ma è cresciuto del 500% in un anno. I dati rilevati dal Polimi, a nostro avviso, sottostimano la realtà: proprio perché si fermano al 2017 e quello che è accaduto nel frattempo è stato un vero e proprio boom nel FinTech: dove un anno può valere quanto un’era geologica (qui i numeri del 2018).

Tuttavia, le cose più interessanti sono che, come afferma Antonella Moretto, Direttrice dell’Osservatorio Supply Chain Finance: “Le nuove tecnologie consentono anche alle piccole e medie imprese l’accesso all’ecosistema del credito di filiera, ma allo stesso tempo inducono le aziende a considerare contemporaneamente diverse prestazioni, un obiettivo raggiungibile soltanto con un’attenta gestione dei processi interni e delle competenze organizzative”. Ultimo, ma più importante, “la proliferazione delle soluzioni FinTech e la necessità di innovare da parte degli attori tradizionali spingono fortemente la diffusione di partnership fra gli operatori della filiera“.

Un percorso che va avanti senza soste.

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