17 dicembre, 2021

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Scritto da: Redazione Opyn

Business Plan: come costruire un piano economico-finanziario efficace


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Siamo giunti all’ultima puntata della mini-guida per la costruzione del business plan ideale: in questo post vedremo come strutturare la seconda parte, quella più strettamente quantitativa, che contiene tutti i numeri del nostro progetto, dai costi ai ricavi potenziali. Questa parte è fondamentale per dimostrare che la nostra azienda sarà capace di sopravvivere nel mercato.

A tutti coloro che vogliono fare impresa sarà capitato di sentire parlare di Business Plan, un documento fondamentale, da un lato per tenere sotto controllo l’andamento della stessa e dall’altro per presentarsi ai potenziali finanziatori. Ma costruire un Business Plan non è sempre così automatico, soprattutto per gli imprenditori ancora in erba. Per questo motivo abbiamo realizzato una piccola guida a puntate per imparare a strutturarlo: oggi ci concentreremo sulla parte più numerica e quantitativa.

Costruire un Business Plan: da quali parti è composto

Nelle scorse settimane abbiamo descritto perché è importante compilare un Business Plan per qualsiasi impresa, ma in particolare per le startup che si affacciano per la prima volta al mondo del credito. Queste hanno infatti bisogno di un biglietto da visita che mostri nel dettaglio il progetto, e in questo post abbiamo visto come strutturare la prima parte, quella più qualitativa: deve contenere le opportunità e i rischi connessi, individuare i fondatori, riportare un’analisi del mercato potenziale e un piano di azione per aggredirlo.

Una volta esplosa la parte qualitativa è il momento di parlare di numeri, costi e potenziali ricavi/utili, che testimonino la sostenibilità economico-finanziaria dell’azienda.

Dopo aver illustrato al meglio il nostro progetto e aver chiarito le idee – al nostro potenziale finanziatore ma anche a noi stessi – sui nostri obiettivi, è il momento di dimostrare che la nostra azienda sarà capace di generare ricavi e di riuscire a farsi spazio nel suo mercato di riferimento. Excel alla mano: è il momento di fare i conti! 

 Come costruire la parte quantitativa di un Business Plan

Per dimostrare che l’impresa riuscirà a “stare in piedi da sola” nel più breve tempo possibile, bisogna analizzare accuratamente una serie di temi chiave.

  • Innanzitutto, la struttura organizzativa: in quante aree sarà strutturata la nostra azienda e chi si occuperà di cosa? Descrivere con precisione la propria organizzazione interna è sintomo di chiarezza di idee. Oltre a una semplice descrizione, dovremo dettagliare quanti dipendenti prevediamo nei primi 3-5 anni, come questi saranno organizzati e quanto prevediamo di spendere per i loro stipendi.

  • Dobbiamo dunque dettagliare il nostro piano di investimenti: è necessario illustrare nello specifico le spese da coprire con l’importo che stiamo chiedendo ai nostri potenziali finanziatori. Bisogna specificare tutte le singole voci di spesa del programma di investimento (ad esempio, acquisto strumenti, ristrutturazione, sviluppo di un portale) e per ognuna prevedere una spesa totale e gli anni di vita utile (il cosiddetto “ammortamento”). Ma attenzione: il nostro investimento iniziale non dovrà essere coperto al 100% da un finanziatore esterno. È opportuno che l’imprenditore stanzi un capitale personale per dimostrare di credere nel progetto, partecipandovi e rischiando in proprio. È buona norma chiedere un massimo del 70-75% dell’investimento a una banca, mentre la restante parte va finanziata direttamente dall’imprenditore.

  • Un altro elemento imprescindibile è il modello di business: in questa sezione descriviamo in dettaglio tutte le fasi produttive del nostro lavoro, dalla progettazione al prodotto/servizio finito. Per ogni fase descritta cercheremo quindi di prevedere una quantità prodotta per anno e, sulla base del prezzo unitario, i ricavi che ci aspettiamo (per esempio, un fornaio descriverà prima le fasi della realizzazione dei suoi prodotti da forno, poi farà una serie di proiezioni sulle vendite: 1.000 prodotti al prezzo unitario di 3,50 euro nel 2022; 1.450 al prezzo unitario di 3,50 euro nel 2023; e così via).

  • Queste previsioni consentono di effettuare l’analisi dei flussi di cassa e di gestire i rapporti con i fornitori da cui si acquisteranno le materie prime o i servizi. Quindi occorre stilare una lista di questi soggetti e prevedere, per ognuno, i tempi medi entro cui dovremo ripagare il loro lavoro. Confrontando questi tempi con i tempi medi in cui i clienti ci pagano, avremo un’idea di quello che dovrebbe essere il nostro bisogno di liquidità, il cosiddetto circolante, per sostenere eventuali scompensi di cassa.

  • Infine, è necessario tirare le fila con il bilancio previsionale. Sulla base delle previsioni che abbiamo fatto, è necessario fare i conti per capire se il nostro business potrà confrontarsi con il mercato. Nel bilancio previsionale inseriremo i dati sintetici di costi e ricavi, oltre alle informazioni patrimoniali dell’impresa.

Un convincente piano previsionale, supportato da una puntuale descrizione del progetto, è il miglior modo per ogni impresa per ottenere accesso al credito e dimostrare di possedere importanti capacità di pianificazione e gestione imprenditoriale.

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