Minibond, quotazione in Borsa, marketplace lending e invoice trading: la banca non è l’unica soluzione esistente. Con questo post vogliamo offrire alle imprese una bussola per orientarsi nel mondo dei prestiti alternativi
Un nuovo macchinario, un’assunzione, lo sviluppo di un ramo d’azienda per diversificare o internazionalizzarsi, un progetto che contribuisca all’evoluzione del business o la semplice esigenza di pagare gli stipendi in attesa che i clienti saldino le fatture. Sono problemi quotidiani per le aziende che, secondo Crif, ancora vengono affrontati, per l’85% dei crediti necessari, attraverso la banca, creando per le nostre Pmi una situazione di dipendenza penalizzante per lo sviluppo.
Mercati finanziari evoluti come USA e UK vedono le proporzioni completamente invertite. Lì, infatti, il mercato bancario pesa solo per il 30-40% dei prestiti complessivi. Segnale che un altro modo di fare credito è possibile.
Crediti alle imprese: il Covid e il nuovo scenario
Nei lunghi mesi del lockdown qualcosa è iniziato a cambiare: gli italiani si sono abituati al canale digitale recandosi meno allo sportello. Ciò ha portato, anche le imprese, ad avvicinarsi a canali alternativi di finanziamento. Canali in cui rientrano il business lending, l’invoice trading (settori propri del fintech) ma anche la quotazione in Borsa e l’emissione di bond e minibond. La pandemia ha in qualche modo contribuito ad abbattere le barriere all’ingresso da parte delle imprese, come scarsa conoscenza finanziaria e resistenza culturale al cambiamento.
Passiamo ora in rassegna alcune delle principali forme di credito alternativo, in particolar modo quelle adatte alla dimensione della Pmi. In modo da contribuire, nel nostro piccolo, a far chiarezza sulle opportunità attualmente esistenti.
Il Marketplace lending
Qui giochiamo in casa. Si tratta di una tipologia di prestito erogato da investitori privati o professionali direttamente alle aziende (specie quelle di dimensione piccola o media) mediante l’utilizzo di piattaforme web. I primi trovano rendimenti alternativi alti, le seconde, hanno la possibilità di finanziarsi molto rapidamente, senza passare attraverso i canali tradizionali.
L’elemento che differenzia principalmente questa tipologia di finanziamento è proprio la velocità. L’analisi dell’andamentale che consente di stabilire se un’azienda richiedente sia eleggibile per il credito si svolge nel giro di 24 ore. I soldi sul conto dell’imprenditore, invece, arrivano in qualche giorno, contro i 3 mesi di media necessari in banca. Il che rende evidente che uno dei maggiori vantaggi del marketplace è consentire a chi fa impresa di realizzare nell’immediato un progetto o un investimento.
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L’invoice trading per ottenere liquidità immediata
Un’ulteriore forma di credito alternativo per le imprese è quella dell’anticipo fatture. Lo si fa in banca, come in banca si chiedono i prestiti. Però, attraverso il web la prospettiva cambia, così come i tempi.
La finalità principale dell’invoice trading è l'ottenimento di liquidità: poter finanziare, con disponibilità liquide a breve termine, gli elementi del capitale circolante (un ampio magazzino o i crediti concessi ai fornitori) è vitale per le Pmi.
L’invoice trading è una forma di lending crowdfunding che consiste nella compravendita online di fatture. La procedura tipica è un’asta competitiva. L’azienda decide la parte della fattura da farsi anticipare e si fissano gli intervalli temporali in base a cui scontare percentuali di sconto crescenti. Tipicamente l’azienda incassa il 90% di crediti, esigibili tra i 45 e i 90 giorni, in 24-48 ore. Oltre a ciò, remunera, nel momento della riscossione dal cliente finale, tra il 6 e l’8% all’investitore (professionale o retail) che ha anticipato il credito.
I Minibond per un credito a prezzo interessante
I Minibond sono partiti nel 2012, in piena crisi di liquidità delle banche. Si tratta di titoli di debito emessi da società di capitale o cooperative, non quotate, alternativi al credito bancario. Rappresentano una fonte di finanziamento alternativa e complementare, soprattutto in preparazione (come se fosse un “allenamento”) a successive operazioni sul mercato mobiliare. Lo strumento, inoltre, consente alle aziende di assicurarsi un credito a un prezzo interessante e di non dipendere quasi totalmente dalle banche.
Gli incentivi alla quotazione in Borsa per le Pmi
Se i minibond sono una palestra, le Olimpiadi sono rappresentate dalla Borsa. Con la legge di bilancio 2018 è stato introdotto un credito di imposta sul 50% dei costi di consulenza sostenuti per le IPO, prorogato anche per il 2022, ma con una riduzione. Rappresenta un incentivo alla quotazione, di cui beneficiano le Pmi, oggi fino a un importo massimo di 200mila euro per singola operazione.
La misura ha avuto grande impulso per le quotazioni su Euronext Growth Milan (l’ex AIM). Lì, l’approdo delle matricole è stato massiccio e oggi si contano 163 realtà quotate per una capitalizzazione, a fine novembre 2021, di oltre 10 miliardi. Un mercato che ha il grande potenziale di raccogliere le Pmi, grazie a una procedura semplificata e più snella anche per merito degli incentivi.
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