La tecnologia fa parte della nostra vita quotidiana tanto da sembrarci spesso scontata, eppure, a fronte di realtà full digital come Opyn, esistono ancora aziende che adottano modelli operativi analogici. In questo articolo scopriamo cos’è effettivamente la trasformazione digitale e come sta evolvendo la situazione delle aziende italiane in termini di digitalizzazione.
Cos’è la digitalizzazione aziendale?Per digitalizzazione si intende una trasformazione a 360 gradi del modello organizzativo e operativo dell’azienda attuata attraverso l’integrazione delle tecnologie digitali ai processi aziendali, col fine di ottimizzare, semplificare, accelerare e rendere più agili le diverse attività.
Quando si parla di digitalizzazione, però, non si fa riferimento solamente all’adozione di nuove tecnologie, ma piuttosto ad un vero e proprio approccio al business, che va integrato profondamente nella cultura aziendale.
Perché se è vero che l’imput verso la digital transformation deve arrivare dall’alto, dal top management, è altrettanto vero che, trattandosi di una scelta che comporta notevoli cambiamenti organizzativi e operativi, questa deve essere condivisa e applicata da tutti i dipendenti.
Le tecnologie da integrare sono numerose: alcune trasversali, come il Cloud computing, il 5G, l’intelligenza artificiale (AI), altre più specifiche e settoriali.
Insieme contribuiscono tutte allo stesso obiettivo finale, quello di ottimizzare e semplificare al massimo le attività aziendali.
Vantaggi (e svantaggi) della digitalizzazione
I vantaggi legati alla digitalizzazione sono tanti e coinvolgono tutti gli attori aziendali, dai dipendenti agli stakeholder fino ai clienti. Ne elenchiamo alcuni:
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Ottimizzazione dei processi: attraverso l’automatizzazione di molte attività è possibile creare flussi di lavoro più snelli e affidabili. In questo caso la digitalizzazione viene in aiuto di tutti gli ambiti di un business: a partire dal marketing e dalle vendite fino alla gestione contabile e fiscale.
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Minori costi, maggiori ricavi: risparmiare risorse, materiali e non, come il tempo, si traduce in un risparmio di denaro per l’azienda. A fronte di un investimento inziale, infatti, l’adozione di nuove tecnologie permette di velocizzare e ottimizzare le attività, aumentando la produttività complessiva e quindi i ricavi.
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Risparmio di carta e risorse: noi di Opyn ne abbiamo fatto un capo saldo. Sappiamo bene che minimizzare la burocrazia, i documenti cartacei e lo spreco di risorse ha i suoi vantaggi non solo in termini di costi ma anche per il benessere del pianeta: nel 2021 abbiamo risparmiato ben 153.000 fogli di carta! Ciò è stato possibile proprio grazie ai nostri processi full digital.
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Aumento della competitività: digitalizzarsi significa aumentare le performance del proprio business e farlo prima dei concorrenti rappresenta sicuramente un vantaggio competitivo oltre che un elemento differenziante.
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Dati verificabili: l’utilizzo delle tecnologie applicate ai processi permette di rendere le varie azioni e i loro risultati facilmente misurabili, analizzabili e monitorabili nel tempo.
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Migliore customer experience: la tecnologia viene in aiuto anche del cliente finale che può così interfacciarsi con servizi più semplici e personalizzati. Un esempio pratico? L’utilizzo di chatbot permette di rispondere in tempo reale alle problematiche degli utenti, migliorando la loro esperienza e aumentandone la fidelizzazione.
D’altra parte, le aziende che intendono digitalizzarsi devono fare i conti con alcune barriere, interne ed esterne, quali:
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Scarse competenze interne: secondo il report The Digital Skills Gap della Commissione Europea, fra pochi anni, 9 impieghi su 10 richiederanno capacità digitali. Eppure, il mercato del lavoro non sembra pronto; l’offerta non copre la domanda e le aziende fanno fatica a trovare professionisti con buone competenze tecnologiche e informatiche.
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Avversione al cambiamento: spesso le aziende presentano difficoltà nel passaggio al digitale e vengono rallentate da una diffusa resistenza da parte del personale, che, se non coordinato e guidato nel modo corretto, può faticare ad aggiornare le proprie procedure di lavoro.
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Infrastrutture limitate: ovviamente, un grande rinnovamento tecnologico deve essere supportato dall’infrastruttura aziendale: carenza di hardware, problemi di connessione e sistemi sottodimensionati, sono solo alcune delle carenze che possono vanificare un progetto di digitalizzazione.
Come ogni grande trasformazione, anche la digitalizzazione porta con sé alcuni svantaggi, di cui il principale è sicuramente il cybercrime. La diffusione della digitalizzazione, infatti, deve andare di pari passo con le attività di protezione dei dati. Secondo il rapporto Clusit, l’associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, nel 2020 si sono registrati 1.871 attacchi gravi di cybercrime, un incremento a livello globale del 12% rispetto all’anno precedente. Le attività di crimine informatico sono in crescita e le aziende devono mettere in campo risorse adeguate a contrastare il fenomeno.
Quali settori favorisce la digitalizzazione?
È evidente che la digitalizzazione rappresenti una strada obbligata che, prima o poi, tutte le aziende dovranno percorrere, ed è altrettanto chiaro che i vantaggi sono innumerevoli e non escludono nessuno.
In Italia però, così come evidenziano i dati riportati da Confindustria sul 2020, alcuni settori si sono rivelati più digital-friendly di altri. In crescita gli investimenti in beni e servizi digitali per il settore bancario, assicurativo, delle telecomunicazioni, energetico, sanitario e della pubblica amministrazione.
Andamento opposto per il settore della distribuzione e dei servizi, dei viaggi e del trasporto e per quello industriale. Questi ultimi, probabilmente, hanno subito un decremento degli investimenti generali, colpiti più di altri dalla crisi correlata all’emergenza pandemica.
Digitalizzazione in Italia e pandemia: qual è la situazione oggi
Come sta andando il percorso delle aziende italiane verso la digitalizzazione? Secondo l’ISTAT nel 2021 il 60% delle aziende nostrane ha raggiunto un livello sufficiente di intensità digitale. Sicuramente le costrizioni imposte dalla pandemia hanno obbligato molte realtà ad adottare più velocemente diverse tecnologie in vari campi. Ad esempio, nel 2020 lo smart working è stato adottato dal 60% delle aziende (prima del Covid-19 erano la metà) con una conseguente implementazione degli strumenti per la connessione da remoto e del Cloud.
Un’altra nota positiva è che l’Italia si sta progressivamente allineando con gli altri Paesi europei per quanto riguarda l’utilizzo di fatturazione elettronica, robot e intelligenza artificiale. Ancora da implementare, invece, l’uso di Big Data, software di gestione aziendale ed e-commerce.
Ciò che è certo, è che la strada verso la digitalizzazione, oltre ad essere l’unica possibile, è anche quella vincente; infatti, le imprese con modelli organizzativi digital consolidati, durante il periodo di crisi pandemica, non hanno subito ridimensionamenti, dimostrando grande capacità di resistenza di fronte alle avversità.
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