Gestire al meglio incassi e pagamenti può portare enormi benefici all’azienda. E tutto è più semplice con un partner strategico e “alternativo”
Non solo investimenti per lo sviluppo. Le imprese hanno bisogno di finanziarsi anche per una seconda ragione, ovvero la gestione della liquidità. Sostegno per scompensi temporanei della cassa, supporto al capitale circolante, gestione delle scorte di magazzino, o necessità di acquistare merce da rivendere, pagamento di imposte o fatture in scadenza. Ecco alcuni degli esempi più classici di richieste fatte dai nostri imprenditori. Situazioni che si trovano frequentemente a fronteggiare le Pmi, il destinatario privilegiato dei finanziamenti progettati ed erogati da Opyn.
Gestione della liquidità: i dati dell’Osservatorio Protesti e pagamenti di Cerved
La gestione della liquidità è da sempre un elemento critico per le Pmi, come testimonia dal 2004 l’Osservatorio Protesti e Pagamenti di Cerved. I dati – tratti dall’archivio dei protesti e da Payline, il database di Cerved che comprende le esperienze di pagamento relative a oltre 3 milioni di imprese – indicano che il Covid 19 ha decisamente peggiorato la situazione.
“Dopo una lunga fase di miglioramento, culminata nel primo trimestre del 2020, la puntualità delle imprese italiane si è fortemente deteriorata a causa del Covid", leggiamo nell’ultimo aggiornamento del report. "Gli effetti della pandemia si sono manifestati tra aprile e giugno 2020 con riflessi non solo sui mancati pagamenti, ma anche sui tempi di evasione delle fatture. La quota di imprese in grave ritardo (che hanno saldato le fatture in media con ritardi superiori a due mesi) ha toccato l’8,7% nel secondo trimestre del 2020, tornando ai livelli del 2013”.
La puntualità delle imprese è progressivamente migliorata, ma non recuperando del tutto i divari accumulati. “Nel primo trimestre 2021 la quota di imprese fortemente ritardatarie (6%) rimane più alta dei livelli pre-Covid dell’anno precedente (5,7%), aumentano le società che pagano con ritardi inferiori ai 60 giorni, dal 41,6% al 43,1% e calano le puntuali dal 52,7% al 50,9%”.
E per effetto della pandemia, è ai massimi il numero d’imprese non più censite in Payline. Elemento che indica “un segnale di possibili interruzioni o cessazioni di attività produttive". Tuttavia, "l’uscita dal mercato delle imprese più fragili ha contribuito a rendere più regolari i pagamenti di quelle sopravvissute”.
Lo spaccato regionale e il divario Nord-Sud
I dati del 2020-21 mostrano una situazione anomala. Colpisce, per esempio, che nel Nord-Est, nel primo trimestre del 2021 la quota di imprese puntuali (57,8%) rimanga al di sotto di quella dell’anno precedente (59,3%). Questo riportando solo un leggero aumento dei gravi ritardi (3,6% da 3,4%). Nel Nord-Ovest le imprese che rispettano le scadenze si riducono passando dal 59,3% al 56,5%. Vi è, inoltre, un aumento piuttosto marcato dei gravi ritardi (4,7% vs 3,9%).
Nel Centro la puntualità delle imprese (47,9%) rimane ampiamente al di sotto dell’anno precedente (49,7%). L’incidenza dei gravi ritardi rimane di poco sopra i livelli pre-Covid (5,9% vs 5,5%). Il Mezzogiorno, in cui la quota di puntuali nel primo trimestre 2021 (43,1%) rimane sotto quella dello stesso periodo del 2020 (44,2%). Tuttavia è l’unica area con un calo dei gravi ritardi (8,8% vs 9%).
Ciò non impedisce che l’Italia resti spaccata in due. Infatti, la presenza di imprese fortemente ritardatarie è nettamente più alta nel Mezzogiorno. La Sicilia e la Calabria sono le regioni con le quote più alte di imprese che hanno accumulato più di due mesi di ritardo (rispettivamente, l’10,5% e il 10%). Tuttavia, si riscontra un lieve miglioramento rispetto al primo trimestre 2020. “Tra le più virtuose Veneto (3,4%), Trentino Alto Adige (3,5%) e Friuli Venezia Giulia (3,8%), che fa anche registrare un miglioramento rispetto al periodo pre Covid”.
Le grandi imprese sono più puntuali ( e vanno in soccorso alla filiera)
La sorpresa è sul fronte delle fasce dimensionali. Pmi e microimprese sono meno puntuali del 2% rispetto al 2020 (51,5%, contro 53,5%). Le grandi imprese mostrano invece abitudini più regolari rispetto a quelle dell’anno precedente. Aumentano, infatti, le puntuali (11,6% dall’11,2%), nonostante un incremento anche dei gravi ritardi (4,6% dal 4,2%). Si tratta forse di un meccanismo virtuoso, che vede i capofiliera andare in soccorso dei fornitori, più piccoli e più in affanno, che della filiera sono il motore.
Le soluzioni alternative
In una situazione come quella attuale, è ancora più importante per un’azienda conoscere le possibilità del credito alternativo.
Tramite una piattaforma come quella di proprietà Opyn è possibile finanziarsi per tutte le esigenze di gestione della liquidità. Inoltre, grazie ai finanziamenti ottenuti, si è in grado di migliorare anche la puntualità nei pagamenti ai fornitori, limitando rischi di gravi insolvenze, con conseguenze disastrose per la vita dell’azienda. Ed è evidente che questo sia un vantaggio strategico non indifferente: l’azienda può far valere un maggior potere d’acquisto nei confronti dei fornitori, con la possibilità di ottenere condizioni commerciali migliori. Abbattendo i tempi di pagamento si innesca un circolo virtuoso che ha un effetto benefico sul bilancio e su tutta la filiera.
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