RTT è un system integrator ed è specializzata su ERP e CRM che girano con la tecnologia Oracle. Venti anni di storia – durante i quali è stata anche inglobata in Deloitte – e tanta voglia di crescere. Anche grazie alla liquidità di BorsadelCredito.it
Furla, Gucci, Sergio Rossi, CP Company. Sono i maggiori clienti di RTT, azienda di Saronno che opera nella consulenza informatica. «Siamo un system integrator e siamo specializzati in sistemi ERP e Cloud su Oracle, che è il nostro partner di riferimento per la tecnologia. Abbiamo una forte concentrazione sul settore moda, da cui dipende il 60% del nostro fatturato», ci spiega il presidente e fondatore Andrea Ghezzi.
ERP e Cloud: partiamo da qui. Sono termini abusati ma non facilmente decriptabili per i non addetti ai lavori. Ci spiega?
L’ERP (Enterprise Resource Planning) serve a coordinare i flussi organizzativi dell’azienda: di fatto controlla e gestisce la produzione e le funzioni finanziarie. Il Cloud invece è una tecnologia che consente di usufruire di soluzioni software in una ottica di servizio anziché sostenere un corposo investimento iniziale.
Chiarissimo. In termini pratici in cosa consiste il vostro lavoro su ERP e Cloud?
Innanzitutto, vendiamo software Oracle. E questo è l’aspetto più facile da spiegare. Invece la parte più rilevante della nostra attività è l’implementazione, la gestione e il supporto di questi sistemi. Ovvero ci occupiamo di mettere in moto presso la sede dell’azienda la soluzione applicativa scelta dal cliente. E, soprattutto, garantiamo la gestione nel tempo, intervenendo qualora l’azienda cliente abbia esigenza di aggiungere moduli o ottimizzarli per aumentare le funzioni o le potenzialità del sistema. Infine, ci occupiamo dell’assistenza da remoto, risolvendo tutte le problematiche che possono occorrere nell’uso quotidiano dei sistemi.
I contratti di application management ci consentono di avere un rapporto continuativo con i nostri clienti mentre in parallelo realizziamo anche progetti ex novo: tutto con una media di trenta clienti all’anno, che ruotano nel tempo. Il business produce un fatturato di 3,5 milioni con margine lordo intorno al 30%.
RTT ha una storia consolidata ed è passata attraverso diverse vicende: come ha fatto a diventare il punto di riferimento di molti brand della moda made in Italy?
Ho fondato la società nel 1997: avevo 36 anni e avevo lavorato in Accenture e in JD Edwards, il gruppo Americano sviluppatore degli omonimi sistemi gestionali integrati. Il sogno di fare l’imprenditore era chiuso dentro a un cassetto: a un certo punto ho provato a realizzarlo. Ci sono riuscito tant’è che siamo stati acquisiti da Deloitte quando abbiamo raggiunto una certa massa critica. Poi nel 2005 ho ricomprato tutte le quote della società.
Oggi l’azienda ha, oltre l’headquarter a Saronno, una sede a Roma; 40 dipendenti e vede nell’azionariato una partecipazione del 15% del gruppo olandese Quistor, che ha 200 dipendenti, e una forte presenza in Europa.
Negli ultimi cinque anni vi siete focalizzati sulla moda. Perché?
Perché si tratta di un settore fortemente anticiclico e capace di resistere alle turbolenze dei mercati. Il nostro business dipende molto dalla solidità di quello dei clienti. Abbiamo sviluppato una competenza sul gestionale Stealth ERP, sviluppato dall’italiana Dedagroup e che gira su tecnologia Oracle. È utilizzato da oltre trent’anni dai brand dell’haute: è un sistema efficace e discreto, che consente la gestione integrata su tutta la filiera. Il nome, che è lo stesso di un caccia U.S.A., ne esemplifica l’essenza: una scheggia, invisibile ai radar. Oltre alla moda, abbiamo clienti medio grandi in diversi settori: dall’alimentare (Fini e Illy caffè); al manifatturiero (Cartiere Burgo), alla chimica (Sol).
A un certo punto del vostro sviluppo avete incontrato il P2P lending, con BorsadelCredito.it. Come è avvenuto questo incontro e quali vantaggi ne sono conseguiti?
A BorsadelCredito.it ci ha indirizzato il nostro consulente finanziario A.D. Consult Srl, che aveva la missione di cercare fonti di credito alternative a quelle bancarie. Subito sono stato colpito dall’approccio molto snello e dalla velocità della pratica di finanziamento. Siamo riusciti a ottenere la liquidità di cui necessitavamo nel giro di pochi giorni contro i 4-6 mesi richiesti dagli istituti di credito tradizionali. Si tratta di una variabile determinante perché offre la possibilità di fare investimenti nell’immediato con un impatto rilevante sul business. Lo scorso anno abbiamo ottenuto in totale una somma di oltre 200mila euro da rimborsare in due diverse modalità, in base alle nostre esigenze.
Come avete usato questa liquidità? Quali obiettivi ha contribuito a farvi centrare?
Abbiamo tempi di incasso medi di 81 giorni, mentre paghiamo a 60 i nostri fornitori. È ovvio che questo gap può determinare esigenze di liquidità. Dunque abbiamo usato il finanziamento per questo ma anche, in parte, per rinnovare gli uffici. In ogni caso e a prescindere da queste esigenze contingenti, per le aziende in forte crescita come la nostra avere la possibilità di accedere a una fonte di liquidità in tempo quasi reale può fare la differenza tra un business sostenibile e uno che arranca. Per questo sono abbastanza certo che continuerò a rivolgermi al P2P lending nel caso avessi necessità di supporto finanziario.
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