Ecco la storia di una PMI di Trento, 10 milioni di fatturato e 40 dipendenti, che è uscita dalla crisi investendo e innovando
Tradizione e innovazione che si fondono per dare vita a un’azienda di successo. È la storia raccontata dalla famiglia Cappelletti, due generazioni di imprenditori capaci di diversificare e guardare oltre il proprio naso per superare la crisi.
“Oggi abbiamo quattro aziende operative che fanno quattro cose diverse: si tratta di un piccolo gruppo di 40 persone e 10 milioni di fatturato che ha sede a Trento e che nel 2000 abbiamo razionalizzato fondando una holding finanziaria, la ARS Invest. ARS Invest controlla le quattro società, ha acquisito parte del patrimonio immobiliare di Cappelletti Srl e realizza investimenti nel settore immobiliare, riabilitativo, dei trasporti, delle reti internet e wifi e dei servizi,” dice a BorsadelCredito.it Andrea Cappelletti, socio e membro del Consiglio di Amministrazione di ARS Invest, Amministratore Delegato di Cappelletti Srl dove si dedica in particolare al rapporto con i grandi clienti e i grandi fornitori, presidente di CoRehab Srl e presidente di Iwim Srl.
Lei è il deus ex machina di questa azienda multiforme: ce la racconta?
In realtà condivido la gestione con Stefano che è socio di ARS Invest, siede nel Cda ed è responsabile di prodotto di Cappelletti Srl. E soprattutto con mio padre Remo, che ha 82 anni e ogni giorno è in azienda. Da lui ogni cosa ha avuto origine nel 1959: papà faceva il concessionario Olivetti in Italia e comprese sin da subito l’importanza della differenziazione dell’offerta. Tra le varie intuizioni, si dedicò alla commercializzazione di mobili da ufficio, dando vita alla Cappelletti Srl. Papà è membro del comitato promotore e del Consiglio di Amministrazione di Eurobanca Privata, presidente del Consiglio di Amministrazione di Cappelletti Srl nonché Amministratore Unico di ARS Invest.
E, soprattutto, è il primo ad arrivare in ufficio e l’ultimo ad andare via. La Cappelletti resta il suo primo amore: fa il general contractor nei grossi lavori di arredamento d’ufficio per le zone di pubblico accesso, musei, auditorium, centri congresso, acceleratori economici, abbiamo fatto tanti lavori in giro per l’Italia. Mi piace dire che siamo specialisti nel vincere le gare dove siamo soli.
Ed è una cosa positiva?
Vuol dire che vinciamo quelle gare i cui lavori sono così complessi che in genere non ci sono competitor in grado di eseguirli in toto. Nel nostro mondo ci sono tante aziende specializzate in una cosa, o fanno scrivanie o armadi, o fanno la mussola per le tende del teatro o le biblioteche. Così alla fine siamo gli unici a presentare un progetto, che viene giudicato valido. Così è stato con il MUSE, il Museo della Scienza di Trento progettato da Renzo Piano, che contiene anche un bookshop, l’aula magna, un bar, sale corsi, laboratori scientifici per lavorazioni su reperti, scaffali per reperti e una cucina professionale… mettere insieme tutto è abbastanza particolare.
Adesso è chiaro: ci fa altri esempi di questi lavori complessi in cui, di fatto, non avete concorrenti?
NOITechPark Bolzano: lo abbiamo appena consegnato. Si tratta del recupero di una fabbrica che faceva alluminio e che oggi è diventata un centro tecnologico. Un lavoro che vale svariati milioni di euro: anche in questo caso gli unici ad avere presentato un’offerta siamo stati noi. Ancora, vado orgoglioso del MART, il Museo di arte contemporanea di Mario Botta a Rovereto. Eravamo soli perché anche lì si passava da sale auditorium, al museo alla caffetteria…
Questa è la prima delle vostre 4 anime: le altre?
Le altre sono Harmonie Project, che opera in un business affine: è specializzata nell’ideazione, progettazione e realizzazione di biblioteche pubbliche scientifiche. L’abbiamo acquisita nel 2013 dalla Germania ed è leader in Italia nel suo settore: le biblioteche di oggi oltre ai tradizionali ripiani e scaffalature necessitano di integrare i più moderni sistemi tecnologici a loro disposizione per rispondere alle regole attuali della biblioteconomia e dell’archiviazione. Ancora, con Tecnocoop, siamo in grado di fornire pezzi unici che possono integrarsi in una biblioteca esistente oppure arredamenti completi e su misura.
E poi c’è la vostra parte innovativa…
Sì: quella che nasce nel 2008 insieme alla crisi. Abbiamo fatto la scelta di reinventarci per superarla. Non volevamo diventare la storia di un’occasione persa e così mentre tutti tagliavano, abbiamo investito. Nel 2012 è nata CoRehab, un’azienda attiva nel mercato della riabilitazione fisica. In sostanza, misuriamo la bontà degli esercizi fisioterapici tramite sensori, coadiuvando i medici e i fisioterapisti che somministrano le terapie a casa dei pazienti, che in genere a casa sono meno motivati e fanno poco o nulla. O se ci provano, spesso senza il controllo del fisioterapista che gli dica cosa fare e come farlo correttamente, sbagliando procurandosi danno anziché benefici. Così con un team di ingegneri abbiamo inventato questo sistema: dotiamo il paziente di sensori, gli stessi che si usano negli smartphone, mentre esegue l’esercizio. I sensori trasmettono a un computer che dà feedback grafici e sonori che avvisano se e come correggere il tiro. Il nostro strumento è già nel catalogo della maggior società di protesi ortopediche Zimmer Biomet, che fattura 8 miliardi e impiega 18 mila persone. E infine, abbiamo nel nostro portafoglio anche una start-up.
Di cosa si occupa la start-up?
iWIM è proprietaria del know-how “innovative Weigh In Motion”, in grado di apportare un notevole valore aggiunto nel settore dei trasporti.
La nuova tecnologia implementata rende possibile pesare con estrema precisione i veicoli, anche a velocità elevate, permettendo un più rapido monitoraggio dei carichi in circolazione. Si tratta di una piastra sensorizzata immersa nell’asfalto dove passano i camion: misurando quanto il mezzo è in sovrappeso rispetto al peso teorico possiamo bloccarlo in tempo reale o interrompere il passaggio su ponti a rischio crollo, per esempio.
iWIM è partita lo scorso settembre e ha fatturato poco più di 100mila euro in pochi mesi: parliamo di prodotti brevettati, omologati, certificati. Facciamo ricerca e sviluppo e abbiamo vinto concorsi in tutto il mondo.
Qual è il segreto del vostro successo?
I miei collaboratori. Io sono un economista, ma se c’è una cosa in cui mi vanto di essere bravo è la capacità di riconoscere che c’è gente più brava di me che va attratta perché rimanga.
Per diversificare e crescere c’è bisogno di finanza: perché BorsadelCredito.it?
Credo di averne sentito parlare per la prima volta in radio e ho voluto subito provare chiedendo un prestito per CoRehab, per poi replicare con le altre aziende del gruppo: i finanziamenti ottenuti sono stati impiegati per lo sviluppo, per le necessità di cassa, per acquisti e ordini. Manca solo iWIM, che però essendo una start-up non ha ancora i “numeri” per accedere al credito della piattaforma. Ma io ho tutta l’intenzione di far entrare nel circuito anche la nostra ultima nata. Perché? Noi ci finanziamo molto con la carta commerciale, troviamo nelle banche una situazione di stallo insormontabile.
Glielo spiego con una battuta: a una banca di cui sono socio, cliente, fornitore ho chiesto una pratica di rinnovo. Il giorno che l’ho firmata il commerciale mi ha detto che era diventato padre per la quarta volta e rideva mentre me lo comunicava. Gli ho chiesto se fosse più felice delle altre volte. Lui mi ha risposto che la ragione della sua ilarità stava nel fatto che ricordava nitidamente che il giorno in cui gli avevo fatto la prima richiesta, tornando a casa, la moglie gli aveva comunicato di essere incinta… La velocità di risposta per un imprenditore è fondamentale.
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