6 dicembre, 2017

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Scritto da: Redazione Opyn

L’identikit del richiedente di BorsadelCredito.it


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Le aziende che hanno richiesto un prestito a BorsadelCredito.it da ottobre 2015 a 15 settembre 2017 sono circa 10mila. Su un campione di 2800 di queste aziende abbiamo realizzato il secondo Osservatorio richiedenti, con cui abbiamo tracciato l’identikit della PMI che si rivolge a noi.

 Circa l’87% ha un fatturato inferiore ai 2 milioni (nel 2015 erano il 90%); l’11% (rispetto al 9% di un anno fa) ha un giro di affari tra 2 e 10 milioni, il 2% (rispetto all’1% di un anno fa) si colloca tra i 10 e i 50 milioni.

Aumentano le aziende “anziane”, quelle con meno di tre anni di attività sono solo l’8% contro il 19% di un anno fa. Ovvero, l’11% in meno rispetto a un anno fa, mentre il 53% del campione ha un’anzianità tra tre e dieci anni e il 39% ha una storia superiore ai dieci anni.

Non tutte le richiedenti ottengono il prestito: l’Osservatorio ha analizzato anche le caratteristiche di chi arriva alla fine del processo e accede a un finanziamento di BorsadelCredito.it, scoprendo che sono in media aziende più grandi e più anziane. Il campione stavolta include 253 PMI: il 21% ha fatturato tra 2 e 10 milioni; quelle tra i 10 e 50 milioni sono il 4%: circa un quarto del totale. Chi riceve il prestito ha, per il 98% dei casi, più di tre anni di anzianità (e di queste la metà esiste da oltre 10 anni). Le aziende finanziate con poco più di un anno di attività sono solo il 2%.

 

Un’altra rilevante differenza tra chi ottiene il credito e la massa dei richiedenti è la presenza sul web. In media il campione totale mostra una scarsa digitalizzazione: il 63,84% non ha un sito web; il 70% non ha pagine social e 70,7% non è segnalata su Maps. Il campione ristretto mostra un panel di aziende molto più presenti sulla rete: la metà ha un sito; il 40% una pagina Facebook o Linkedin, il 49% è censita su Maps.

Non ci sono invece sostanziali differenze in merito alle altre caratteristiche. A partire dal settore merceologico. I servizi sono quelli con la maggior fetta di richieste di prestito (27,82%); segue il commercio al dettaglio (23,50%) e all’ingrosso (13,8%) e l’industria (15,76%).

Quanto alla distribuzione geografica, circa l’80% dell’intero campione è spaccato in maniera equanime tra Nord (43%) e Sud (39%), mentre al centro Italia risiede circa il 18% delle imprese esaminate.

Il dato probabilmente più interessante è quello che si evince dall’analisi andamentale che mostra che le pmi che non hanno in curriculum alcun evento negativo (debiti non onorati o protesti o altre situazioni pregiudizievoli anche meno gravi) sono quasi il 90% (il 100% invece per le elette che accedono al finanziamento).

Infine, le motivazioni principali per cui viene richiesto il credito, sono le stesse che spingono le imprese ad andare in banca: investimenti ed esigenze di liquidità ma con una proporzione invertita rispetto a quella rilevata da Bankitalia per cui la liquidità è preponderante. Nel nostro marketplace lending sono sempre di più le imprese che arrivano per investimenti (il 57,9% contro il 56%), stabile la quota delle imprese che hanno esigenze di cassa (38%); residuale la quota di chi chiede credito per consolidamento di passività a breve e per rinegoziare debiti a medio-lungo termine.

 

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