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Scopri come il P2P lending ha aiutato il Birrificio del Ducato | Opyn

Scritto da Redazione Opyn | Mar 31, 2017 1:00:58 PM

 

Nel marketplace lending c’è un aspetto etico che nelle banche è totalmente assente: io imprenditore pago le rate perché so che dietro ci sono persone che hanno creduto in me e nel mio progetto. Se ci pensate è la miccia che innesca il circolo virtuoso che fa funzionare il meccanismo”. A dirlo a BorsadelCredito.it è Manuel Piccoli, presidente e socio fondatore del parmense Birrificio del Ducato, prima prestatore, poi finanziato, che ha voluto raccontarci la sua storia e la sua esperienza di borrower.

Allora Manuel, iniziamo da te: chi sei e di cosa si occupa la tua azienda?

Io sono un artigiano partito da zero, ormai dieci anni fa, con due soci: mi occupavo di logistica, i miei soci uno di ricerca universitaria in tecnologie alimentari, l’altro di commerciale in un’azienda alimentare. Abbiamo lasciato tutto per dedicarci alla nostra passione. Siamo ragazzi degli anni Settanta e oggi guidiamo una piccola impresa con due stabilimenti a elevato grado di automazione e con grande capacità produttiva per il nostro prodotto, che resta artigianale. In Italia abbiamo 15 dipendenti, a Roncole Verdi di Bussato, il paese natale di Giuseppe Verdi. E abbiamo inaugurato anche due pub a Londra dove serviamo la nostra birra… che per un produttore italiano è un risultato piuttosto interessante.

A un certo punto avete incontrato sulla vostra strada il marketplace lending: ci racconti questo incontro?

Abbiamo da sempre una sede a Londra e siamo stati i primi italiani a fare crowdfunding in UK raccogliendo 500mila euro. Da quell’osservatorio privilegiato abbiamo visto BorsadelCredito.it nascere… sono venuto da voi per conoscervi perché mi piaceva l’idea. Insomma, siamo sempre andati alla ricerca di soluzioni innovative invece di lamentarci e basta.

Con quale capitale siete partiti e dopo quanto tempo avete avuto bisogno di liquidità che la banca non vi concedeva?

La birra artigianale era ancora poco conosciuta, con un po’ di follia siamo partiti con un piccolo capitale nostro e poi con credito bancario fino a quando il mondo bancario ha smesso di sostenerci. In realtà la banca non ci ha mai supportato veramente: la banca arriva dopo e guarda il risultato finale e non ha la capacità di valutare ex ante la capacità dell’impresa. Io ho sempre lottato con il mondo bancario.

Cosa ha trovato di diverso in BorsadelCredito.it?

Questa capacità di valutare ex ante che nella banca è carente e persone preparate che capiscono le esigenze dei clienti e non si limitano a finanziarli. Noi abbiamo iniziato prima da prestatori e poi siamo diventati richiedenti. Abbiamo trovato un interlocutore che ci ha dato risposte certe in tempi rapidi e poi un rapporto di lungo termine fondato su fiducia e rispetto. Le banche anche per dire no ci mettono un mese e mezzo-due mesi, un tempo infinito in cui l’attività rallenta o si blocca. Meglio un no immediato che un forse protratto per settimane! Le promesse di BorsadelCredito.it sono state tutte mantenute.

Quale progetto avete realizzato grazie al prestito ottenuto con BorsadelCredito.it?

Siamo andati per gradi: prima con 15mila, poi 50mila euro e infine arrivati a superare i 150mila euro in totale. Abbiamo sviluppato il magazzino e fatto alcuni investimenti strutturali, come i serbatoi per lo stabilimento produttivo. In generale essendo un credito a breve è stato per lo più impiegato come flottante di magazzino. Ci ha aiutato a crescere ed è senza dubbio una soluzione alternativa concreta alla banca che suggerisco di indagare ai miei colleghi imprenditori. Un canale che funziona solo per le aziende virtuose – il che è ulteriore garanzia di qualità.

C’è qualcosa che cambierebbe nel p2p lending per come è strutturato oggi?

Forse la possibilità, per il prestatore, di scegliere anche l’azienda o il progetto da finanziare. Mi piacerebbe che si potesse finanziare direttamente un’azienda che vuole accesso al credito e che ne spiega le ragioni, con la piattaforma di p2p lending che fa da garante sulla qualità del richiedente.