Per integrare la valutazione finale di un’azienda che vuole accedere al credito, i finanziatori già da qualche anno utilizzano siti internet e social media. Tenere in considerazione attentamente la propria reputazione online è quindi fondamentale per tutte le aziende che vogliono ottenere un finanziamento
Nella valutazione di una richiesta di accesso al credito da parte di un’azienda, quanto conta il profilo dell’imprenditore e la reputazione di cui la sua azienda gode online?
In Opyn, ad esempio, la fattibilità di una richiesta di finanziamento parte con l’analisi dello storico dell’azienda e della compagine sociale, degli elementi economico-finanziari, dell’andamentale bancario e della finalità del finanziamento richiesto. Tutti questi fattori sono presi da sempre in considerazione anche dalle banche nell’analisi di merito creditizio (con un grado di severità differenziato in base al periodo storico).
In tutto ciò però manca un fattore importante, ovvero il profilo dell’imprenditore (o rappresentante dell’azienda) perché è doveroso, per il finanziatore, farsi un’idea dei soggetti a cui dovrebbero essere erogati i finanziamenti.
La valutazione di una richiesta di accesso al credito passa anche per il web
Quest’esigenza, da sempre presente, si inscrive ora in un contesto in cui i rapporti tradizionali con le banche (vado in filiale, parlo con il consulente, prendo un appuntamento per vedere il direttore, ecc) stanno via via lasciando il posto a contatti più frequenti e consapevoli, ma basati essenzialmente sulla tecnologia, quindi tramite l’uso del mobile e del web (grazie a smartphone e tablet). Si fa largo quindi la cosiddetta “banca diretta”, di cui abbiamo spesso parlato anche prima che la pandemia rendesse la digitalizzazione una necessità imprescindibile.
Questa tendenza era in ascesa, anche prima del 2020, soprattutto nei paesi anglosassoni, principalmente nel mondo dei privati, ma cominciavano ad affacciarsi sul mercato anche servizi appositi per le aziende. Già nel 2014 alcuni istituti finanziari americani e britannici stavano cominciando a cercare informazioni utili a integrare la valutazione finale, costruendo un vero e proprio “credit scoring”, in base alle “tracce” che un soggetto lascia sul web. I social media erano diventati quindi fondamentali strumenti di misurazione della reputazione.
In Italia questa tendenza è partita in ritardo, ma anche da noi, prima del Covid, alcune banche hanno cominciato ad investire in servizi digitali alle imprese. Uno degli scopi principali della “banca diretta” è, da sempre, trovare nuovi modi per interagire con il cliente. Reperire le informazioni in rete, analizzarle opportunamente grazie a strumenti di AI e machine learning, può fornire oggi molte informazioni dettagliate e precise in relazione ai clienti. Inoltre, può consentire alle banche o in generale ai finanziatori di erogare prestiti in maniera efficiente, definendo la solvibilità delle aziende con maggior chiarezza che in passato.
Accesso al credito e Credit scoring: un esempio pratico
Come funziona questa analisi? Ad esempio: se un ristorante fa richiesta di finanziamento, rientra nelle pratiche utili alla valutazione ricercare la reputazione online dell’attività. Quindi: la presenza di un sito web, una gestione continua delle pagine sui social network o delle recensioni su TripAdvisor aiutano sicuramente a capire meglio quale tipo di attività e di imprenditore sta richiedendo credito. Se lo stesso ristorante non fosse in alcun modo rintracciabile sul web, non sarebbe sicuramente un buon segnale.
Che questo tipo di analisi rappresenti ormai un elemento imprescindibile dell’analisi di merito creditizio è nei fatti. Anche grazie all’ulteriore evoluzione dei big data – per la finanza, con l’arrivo di PSD2 e dell’open banking – e grazie alla enorme disponibilità di dati in rete e accessibili a tutti. Nessun imprenditore che aspiri a ottenere credito, potrà esimersi dal considerare con attenzione e cura tutto ciò che parla di lui e della sua attività su internet.
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