Ne parlano tutti, da CapGemini a PwC, al Polimi: nei servizi finanziari il contesto sarà sempre più open. E aumentano anche le partnership tra FinTech per offrire ai clienti – privati e imprese – un’esperienza di uso sempre migliore con servizi più evoluti e vantaggi crescenti in termini di risparmio di tempo e denaro. L’esperienza di BorsadelCredito.it con Qonto
Il FinTech esce dalla nicchia e diventa pervasivo. Lo afferma Mastercard nella sua newsroom, sottolineando che i nuovi player finanziari “continuano a costruire una infrastruttura finanziaria basata sulla tecnologia” e, come in altri settori (vedi la telefonia), prima hanno disaggregato l’offerta degli incumbent per poi impacchettarla ora nuovamente in una gamma finanziaria completamente inedita.
Siamo già oltre l’Open banking, in un contesto di piattaforma che diverse società di analisi hanno esploso: per CapGemini è l’Open X, “ovvero una forma di collaborazione più efficace e strutturata, facilitata dalla standardizzazione delle API e da insight condivisi relativi ai dati dei clienti. L’era dell’Open X creerà un mercato integrato, con ruoli specializzati per ogni player e consentirà uno scambio continuo di dati e servizi, migliorando l’esperienza del cliente e accelerando l’innovazione di prodotto”.
Di collaborazione come uno dei maggiori trend del prossimo futuro ne parlano anche diverse società di consulenza: per PwC la stessa normativa (leggi PSD2) spinge verso la collaborazione in questo ecosistema e le forme di partnership aiutano a contrastare l’avanzata in Italia delle Big Tech. PwC analizza nel dettaglio tutte le possibili forme di cooperazione tra banche e FinTech. Ma appunto, si parla quasi sempre di collaborazione tra incumbent e innovatori, come via peraltro utile ai primi a sviluppare nuovi modelli di business e a restare competitive: così scrive il Politecnico di Milano nell’ultimo osservatorio su FinTech e Insurtech. D’altronde la motivazione di questa dinamica inarrestabile è chiara, in un contesto in cui i margini bancari tenderanno a ridursi ulteriormente e in cui si attendono entro il 2025 (secondo EY) perdite su praticamente tutte le voci dei bilanci bancari: dai pagamenti (-34%) al wealth & asset management (-34%), ai prestiti personali e alle carte di credito (entrambi -17%), fino ai prestiti alle PMI -34% e ai mutui -17%.
Tuttavia, esiste nel mondo FinTech un trend che mira a dare vita a un ecosistema basato sulle collaborazioni tra diversi innovatori. Le fusioni e le forme di cooperazione sono sempre più presenti e quasi sempre sono mirate alla crescita, non tanto dimensionale, ma della gamma di servizi e prodotti. Il che ci riporta al concetto di piattaforma o anche di ecosistema: sempre più i fruitori dei servizi finanziari domandano semplicità e snellezza e, soprattutto, un interlocutore unico per ogni gamma di servizi collegati.
È il concetto della piattaforma da cui fruire del banking as a service (sul modello ormai consolidato nell’informatica con il cloud) che prende forma e si sostanzia in realtà inedite. Anche BorsadelCredito.it, lo scorso novembre, ha avviato questo percorso, attraverso una prima importante collaborazione con Qonto, la neo-banca per le PMI (ne abbiamo parlato qui).
L’obiettivo è appunto quello di offrire un banking sempre più vicino alle esigenze delle imprese. Qonto offre a PMI e professionisti un conto corrente completamente digitale, con un’interfaccia semplice e intuitiva per gestire spese e pagamenti, accessi multiutente con carte diverse, il caricamento delle ricevute in tempo reale per rendere semplici le note spese e un accesso dedicato al commercialista.
L’accordo consiste nell’offerta di un servizio integrato per le aziende italiane che, rivolgendosi a uno dei due partner, potranno automaticamente avere un ingresso preferenziale alle soluzioni dell’altro, a costi agevolati (del business della neo-banca francese e della partnership con BorsadelCredito.it parla diffusamente qui Mariano Spalletti, il country manager Italia di Qonto).
Dal punto di vista del cliente finale, sono enormi i vantaggi in termini di snellimento dei processi, per un’impresa che può, attraverso un unico interlocutore, chiedere un prestito per le proprie esigenze di liquidità e crescita e avere una gestione della tesoreria con costi ridotti e tempi di risposta rapidissimi (entro i 15 minuti, come spiega qui Qonto).
Inevitabilmente, nel prossimo futuro la trasformazione del banking sarà indirizzata da questi due trend: la collaborazione e l’integrazione dei servizi.
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