Vi raccontiamo come nasce veramente il P2P lending e come, con la tecnologia, le aziende come BorsadelCredito.it lo hanno migliorato
Le piattaforme di P2P lending come BorsadelCredito.it? Non hanno inventato niente. I prestiti tra pari esistono dalla notte dei tempi, le banche ne sono un’evoluzione. Noi non abbiamo fatto altro che tornare alle origini vestendole di un abito hi-tech che rende tutto il procedimento più rapido e sicuro.
Si faceva P2P lending in Mesopotamia 3mila anni fa: lo testimonia il ritrovamento di alcuni contratti scritti in cui si delineava un sistema primitivo di credito e compariva il concetto di tasso di interesse. Il proliferare della civiltà umana e la maggior parte delle imprese non sarebbero stati possibili senza forme di credito: le navi spagnole in esplorazione nel Nuovo Mondo, la Rivoluzione industriale, solo per citare due casi di sviluppo eclatanti, non sarebbero stati possibili senza investitori disposti a finanziarie progetti, anche folli per le rispettive epoche, in cambio di un premio (il tasso di interesse).
Formalmente, il lending come lo conosciamo oggi risale all’antica Roma: nel 345 a.C. fu anche introdotta una legge per evitare tassi di interesse usurai, che li fissava nella misura di un dodicesimo del capitale per ogni anno di durata del prestito, in un’epoca in cui ancora esisteva il nexum, la regola per cui i debitori insolventi – per lo più plebei che si facevano prestare denari per avviare le colture nei campi – rischiavano la schiavitù (legge che fu abolita poco dopo, nel 312 a.C.). Esisteva già il concetto di collaterale: i prestiti venivano vincolati a oggetti di valore per abbassare il rischio, e venivano fissati schemi di restituzione e tassi di interesse.
Nel 325 d.C. fu dichiarato usura qualsiasi presto con tassi di interesse sopra l’1% e nel Medioevo ai cristiani fu vietato di fare prestiti a interesse: eh sì, era diventato un vero peccato per la Chiesa. I banchieri ebrei potevano fare prestiti, ma solo a richiedenti non ebrei. Anche nel Corano l’usura è vietata (prescrizione che si traduce nel divieto di incassare qualsiasi tasso di interesse).
Tra il 17esimo e il 18esimo secolo iniziò dall’Olanda una rivoluzione finanziaria che avrebbe cambiato per sempre il mondo della produzione e innescato, a ben vedere, la successiva rivoluzione industriale. Nascono le banche che provvedono ad aumentare la velocità di circolazione della “moneta”: l’uso degli assegni bancari era ancora fondato sulla fiducia nel debitore. Nel 18esimo secolo, la maggior parte dei prestiti tra privati venivano fatti dagli aristocratici a persone senza sostanze che spesso li ripagavano sotto forma di lavoro.
Una pietra miliare fu la fondazione, nel 1816, negli Usa, della Philadelphia Savings Fund Society, la prima associazione di risparmio e prestiti, e solo a metà del 1900 per identificare i buoni pagatori iniziarono ad essere usati dati finanziari. Il Fico score, un punteggio ancora oggi usato dal 90% dei lenders, prese forma nel 1955 quando fu raccomandato come criterio di valutazione del merito di credito dalla Federal National Mortgage Association (Fannie Mae, vi ricorda qualcosa? Sicuramente sì se avete vissuto la crisi dei subprime nel 2008, quando per evitarne il fallimento fu nazionalizzata insieme all’agenzia sorella Freddie Mac, che con la prima dominava il mercato dei mutui Usa).
Insomma, in tutto questo excursus storico, è evidente che i prestiti tra pari, che sono sempre avvenuti in un contesto reale, non siano poi così diversi da quelli che facciamo oggi noi di BorsadelCredito.it e i nostri competitor. Noi abbiamo solo usato la tecnologia, che nel frattempo è diventata disponibile, per rendere tutto il sistema più efficiente e accessibile, e ovviamente affidabile e sicuro.
La prima forma embrionale di P2P lending supportato dalla tecnologia viene fatta risalire alla metà degli anni Ottanta: qualificarsi per ottenere un prestito era sempre stato un processo molto lungo, quando Quicken Loans – un nome che è un programma – introdusse un sistema più semplice e rapido, trasferendo tutti il trasferibile dalla carta al pc. Internet non esisteva di fatto (o meglio non era una comodità come ora, e dunque per ottenere credito il richiedente doveva comunque andare in un ufficio fisico) e dunque Quicken Loans non era propriamente una banca online, che arrivò solo nel 1996 (First Internet Bank, anche in questo caso la scelta del nome non denota particolare fantasia), ma fu comunque la prima innovazione disruptive del lending e gettò le basi per le piattaforme che conosciamo oggi.
E così, con un balzo di nove anni, arriviamo alla prima vera e propria piattaforma di alternative lending, Zopa, che vede la luce nel 2005 in Regno Unito. Seguita, pochi mesi dopo, negli Usa, da Prosper e poi da Lending Club, SoFi, OnDeck. Quello che fa Zopa è far vedere che il re è nudo: che, specie per individui che hanno bisogno di piccole somme per brevi periodi, rivolgersi alla banca può essere complicato e vincolante. Mentre ci sono tanti finanziatori privati (o istituzionali) con lo spirito un po’ avventuroso e teso alla realizzazione dei progetti altrui – e la stessa voglia di ottenerne un vantaggio in termini di interesse – dei primi investitori della storia. Anche perché alle banche fare piccoli prestiti non conviene: meno di 600mila dollari per il mercato Usa, meno di 100mila per quello italiano sono somme che comportano un costo di gestione e che non fanno fare alcun margine. Su queste dimensioni spesso andare in banca si rivela una perdita di tempo.
Si arriva così ai giorni nostri, con i mercati americano e anglosassone che hanno guidato una diffusione mondiale del P2P lending negli ultimi 10 anni, e con BorsadelCredito.it che in Italia ha aperto le porte del credito totalmente digitale alle imprese. La ciclicità della storia ci insegna che quest’innovazione di processo diventerà presto un’abitudine per gli imprenditori anche in Italia: d’altronde si tratta di fare quello che abbiamo sempre fatto, ma molto più velocemente!
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