Parte da Bergamo (con Bergamo Sviluppo e Camera di Commercio) l’iniziativa per rendere sempre più mainstream il FinTech, per supportare le PMI nel loro percorso di ripresa post Covid.
Il FinTech entra nei territori. Si tratta di uno degli strumenti della “Finanza per i territori”, come ha intitolato Unioncamere Lombardia il suo webinar organizzato con Bergamo Sviluppo e la Camera di Commercio di Bergamo con la moderazione di Innexta. Un modo per raccontare alle imprese tra le più colpite dall’emergenza Covid, perché situate al centro del focolaio più severo della pandemia, quali possibilità hanno per trovare fondi per riprendere il cammino e ricominciare a crescere. Senza aver paura di nuovi lockdown, ma preparandosi anche a questa eventualità.
Il FinTech? Nasce dal credit crunch
Il lending crowdfunding – ma potremo dire tutto il FinTech – nasce da un’osservazione specifica e condivisa a livello internazionale. Ovvero che il credit crunch infinito che le imprese in tutto il mondo hanno sperimentato in maniera più feroce soprattutto a partire dal 2008, è stato sì da sempre influenzato da elementi esogeni, ma parte da un problema strutturale dei modelli bancari tradizionali. Le banche hanno business basati su processi costosi e strutture distributive esclusivamente non digitali: due elementi che fanno sì che il margine di contribuzione delle attività sia scarso, soprattutto se guardiamo all’attività di finanziamento su tagli piccoli che in Italia rappresentano la quasi totalità del mercato. Secondo l’ultimo Barometro Crif il taglio del prestito medio erogato alle imprese italiane è di 80mila euro, e Kpmg ha calcolato che sotto i 50mila euro il margine di contribuzione per le banche tradizionali è negativo: le banche cioè, se fanno prestiti troppo piccoli, incassano una perdita a bilancio.
I problemi del sistema tradizionale
Gli effetti di questa dinamica sono una scarsa empatia delle banche verso le PMI: poiché non esiste alcuna ragione economica per cui una banca dovrebbe erogare un prestito per incassare una perdita, la conseguenza principale è una scarsa empatia verso le PMI. Non si entra nel merito delle capacità imprenditoriali, dei progetti di business: non si fa più il lavoro dei vecchi settoristi che conoscevano e contribuivano allo sviluppo delle imprese italiane. La seconda conseguenza è l’allungamento delle tempistiche a livelli insostenibili per le PMI: le delibere arrivano dopo 8 o anche 12 settimane e spesso contengono un diniego. Su quel diniego nascono le piattaforme alternative.
I punti di forza del lending crowdfunding per i territori
Chi segue questo blog lo sa a memoria: la piattaforma P2P è un modello dove c’è un marketplace che raccoglie da un lato le richieste di finanziamento delle imprese e dall’altro le offerte dei prestatori che possono essere sia privati sia istituzionali. Il processo si sviluppa interamente in ambiente digitale e questo ci consente di avere tempistiche molto rapide sia di analisi sia di erogazione e costi ridotti.
Il lockdown ha evidenziato i punti forti delle piattaforme, in quanto elemento esogeno che ha costretto a trasformare tutti i processi in digitale, trovando noi nel miglior posizionamento possibile per continuare a lavorare a pieno regime triplicando i volumi pre Covid. Perché nel frattempo, nei territori, non erano mutate – ma anzi si erano amplificate – le esigenze di credito delle PMI e non c’era più la possibilità fisica, di andare allo sportello a chiedere supporto.
La visibilità sulla cassa amplia le capacità di business dell’imprenditore
Le piattaforme rispondono a un bisogno di finanziamento che prima era inevaso, ma riempiono anche esigenze di user experience al passo con i tempi oltre che più soddisfacenti per i clienti, perché più flessibile (siamo disponibili 24 ore al giorno e sette giorni su sette e consideriamo richieste di imprese di ogni settore e di ogni dimensione) e molto meno farraginoso rispetto al canale tradizionale come testimoniano le 24 ore sufficienti per l’esito e i 3 giorni per l’erogazione del credito. Il prodotto si affianca e in alcuni casi si sostituisce ai prestiti bancari. E lo fa capillarmente sul territorio. Da una parte le aziende hanno bisogno di coprire le proprie esigenze di liquidità, per le quali il fattore tempo è cruciale, soprattutto in tempo di pandemia. D’altra parte devono investire in macchine o persone, oggi per digitalizzarsi ma in generale per cogliere opportunità di business che se perse non tornano indietro. Le opportunità di business possono essere colte solo se si ha visibilità sulla disponibilità di cassa e fornendo questa visibilità amplifichiamo di fatto le capacità dell’imprenditore.
Chi si è rivolto finora al lending
Le PMI finanziate hanno fatturato tra i 500mila e 20 milioni all’anno, devono essere riconoscibili sul fronte della reputazione, avere almeno un paio di anni di anzianità e un modello di business chiaro e solido. Cerchiamo aziende alla ricerca di liquidità per crescere e stare sul mercato. Siamo rigidi sul fronte della trasparenza: come la offriamo in termini di informazioni, la pretendiamo quando si tratta di guida dell’azienda e identità e carattere di soci e amministratori. Una volta instaurato questo rapporto di fiducia BorsadelCredito.it diventa un partner strategico per ottenere liquidità, con prodotti personalizzati e costantemente aggiornati a esigenze specifiche delle imprese stesse o dei tempi che corrono.
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