16 luglio, 2019

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Scritto da: Redazione Opyn

Nasce la Sandbox italiana: ecco perché può far crescere il FinTech e avvicinarci al mondo anglosassone

Un ambiente che stimola l’innovazione semplificando le procedure può attrarre investitori esteri e dare vita a prodotti più efficaci. E va nella stessa direzione intrapresa da BorsadelCredito.it, che da un anno punta su un’offerta sempre più evoluta e specializzata

La Sandbox è il recinto di sabbia in cui i bambini costruiscono castelli – o qualsiasi altra cosa la fantasia suggerisca.

E il concetto dietro all’interessante normativa istituita all’interno del Decreto Crescita, diventato legge lo scorso 13 giugno, è proprio questo: consentire alle startup del FinTech di avere uno spazio limitato entro cui agire in deroga alle regole di base per sperimentare e portare a regime i propri modelli di business e/o la propria offerta in tempi più rapidi e in maniera più efficace, andando avanti per prove ed errori.

Più in dettaglio, nell’emendamento approvato in Commissione leggiamo che la Sandbox avrà una “a) durata massima di diciotto mesi; b) requisiti patrimoniali ridotti; c) adempimenti semplificati e proporzionati alle attività che si intende svolgere; d) tempi ridotti delle procedure autorizzative; e) definizione di perimetri di operatività”.

Un Comitato FinTech, infine, si occuperà di “individuare gli obiettivi, definire i programmi e porre in essere le azioni per favorire lo sviluppo della tecno-finanza, anche in cooperazione con soggetti esteri, nonché di formulare proposte di carattere normativo e agevolare il contatto degli operatori del settore con le istituzioni e con le autorità”. E proprio questo contatto agevolato tra le autorità e gli operatori è, a nostro avviso, uno dei punti più importanti della normativa, il primo passo per creare le condizioni per lo sviluppo dell’innovazione italiana. Il Comitato sarà istituito presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze e composto – oltre che dal relativo ministro – da quello dello Sviluppo Economico e da quello per gli Affari Europei, da Banca d’Italia, Consob, IVASS, Antitrust, Garante della Privacy, Agenzia per l’Italia digitale e Agenzia delle Entrate. I regolamenti attuativi dovranno essere adottati entro il 27 dicembre 2019, coinvolgendo Banca d’Italia, Consob e IVASS.

Un’idea che viene dal mondo anglosassone, la patria natia dello stesso FinTech. Nel Regno Unito, la regulatory Sandbox che risponde al nome di FCA è stata lanciata già a giugno 2016 e aperta a tutte le società autorizzate e non, per poter testare nuovi prodotti o servizi per un periodo di tempo limitato (6 mesi ogni anno per due anni), godendo di deroghe regolamentari, pur nel rispetto di norme a tutela dei consumatori e alcune salvaguardie. Al termine della fase di test le aziende che la superano possono procedere con il processo autorizzativo standard.

In Italia, a questo risultato arriviamo alla fine di un percorso che culmina nel Piano di Azione sul FinTech della Commissione Europea di marzo 2018. Nel 2017 Banca d’Italia in un report dedicato al FinTech, ne parlava come di una possibilità da sfruttare. E anche Consob, nel quaderno di marzo 2018 sosteneva che “in attesa di un regime regolamentare omogeneo a livello europeo, sia da ritenere preferibile una regolamentazione meno pervasiva delle FinTech in fase di start-up e, quindi, sia opportuno permettere di sperimentare, sotto il controllo della vigilanza, l’applicazione graduale di norme specifiche”.

La decisione di intraprendere questa strada è positiva secondo BorsadelCredito.it, che ha dedicato l’ultimo anno all’ innovazione di prodotto e servizio, entrando in una serie di nicchie come le offerte dedicate ai padroncini, alle farmacie e ai seller di Amazon e che intende fare di questa la sua strategia del prossimo futuro. Un ambiente favorevole alla sperimentazione è interessante e incentivante a proseguire su questa via. E può essere un attrattore per gli investimenti esteri in quanto azzera il rischio della burocrazia pur in un contesto regolamentato; il tutto senza considerare che l’esito del processo si risolve in prodotti più efficaci e innovativi oltre che testati, e quindi più sicuri.

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