20 novembre, 2019

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Scritto da: Redazione Opyn

Open banking: i nuovi business valgono solo in Gran Bretagna fino a 2 miliardi di sterline

Il modello si va imponendo più rapidamente in Europa che negli Usa ed è inesorabilmente destinato a cambiare per sempre il rapporto tra banche e FinTech e con i consumatori. Ecco perché è il tema centrale di ogni dibattito sui pagamenti

Si è appena concluso a Milano il Salone dei Pagamenti, il più importante evento italiano di settore. Tema centrale: l’open banking, argomento sempre più mainstream da quando, lo scorso 14 settembre, è entrata in vigore anche in Italia la PSD2.

Un appuntamento a cui BorsadelCredito.it non si è fatta trovare impreparata (ne abbiamo parlato qui): già in agosto, infatti, per i clienti era disponibile l’interfaccia – che abbiamo sviluppato con Fabrick – attraverso cui condividere i dati e accedere ai nostri servizi con un semplice click.

PSD2: perché rivoluzionerà la finanza

La PSD2 è una rivoluzione in chiave FinTech perché prevede l’obbligo per le banche di rendere accessibili i conti correnti dei propri clienti a terze parti, che potranno, previa autorizzazione, effettuare operazioni di pagamento per conto del titolare. Questo vuol dire che chiunque abbia un conto presso qualsiasi banca italiana, per esempio, potrà ottenere che Amazon legga le informazioni sul suo conto e disponga su di esso il pagamento di un oggetto che si vuole acquistare sul portale. 

Amazon, ma anche Facebook, WhatsApp, ovvero tutti i prossimi colossi della finanza, o società FinTech che offrono servizi di pagamento.

Che l’open banking sarà il trend guida dei prossimi sviluppi finanziari è ormai un fatto: anziché dare battaglia alle FinTech, gli operatori storici possono sfruttarlo per aumentare gli spazi di collaborare e di fatto rimanere competitivi in un settore in rapida evoluzione in cui i pesanti sistemi di legacy delle banche si muovono a fatica.

Ma l’open banking trasformerà per sempre anche il rapporto tra banche e clienti.

Le API, il fulcro su cui si rafforzerà la collaborazione banche-FinTech

La chiave di tutto il nuovo modello sono le API, le interfacce di programmazione delle applicazioni: aprendole le banche consentiranno a diverse applicazioni di comunicare tra loro e a terzi di accedere alle informazioni finanziarie necessarie per sviluppare nuove app e servizi offrendo ai titolari di conti correnti sempre maggiori opzioni di trasparenza finanziaria.

E tutti, FinTech e Big Tech, ma anche le banche sono stimolati a migliorare le proprie offerte ai clienti.

Le API sono anche necessarie per abilitare la funzionalità di Banking-as-a-Service (BaaS), una componente chiave dell’open banking. BaaS è un processo end-to-end che collega FinTech e altre terze parti ai sistemi delle banche direttamente attraverso l’uso di API. Ovvero che, di fatto, consente alle banche di ampliare la gamma di servizi offerti integrando quelli provenienti da FinTech e terzi parti, senza la necessità di doverli sviluppare in house. E consente altresì al consumatore di personalizzare il suo pacchetto di servizi fruendoli on demand con una struttura di pay-per-use.

I primi sistemi aperti delle maggiori banche

Alcune banche hanno già inaugurato i propri sistemi aperti: è il caso di BBVA. La spagnola che nel 2018 ha lanciato la sua piattaforma BaaS, Open Platform, negli Stati Uniti. A maggio 2018 anche HSBC ha lanciato la sua app Connected Money per adeguarsi alle normative del Regno Unito tese ad attribuire un maggiore controllo dei dati finanziari agli stessi consumatori. Connected Money consente ai clienti di visualizzare vari conti bancari, nonché prestiti, mutui e carte di credito, in un unico luogo.

Ancora, Barclays, attraverso l’open banking, rende possibile per i clienti visualizzare il proprio conto presso altre banche nell’app mobile della prima.

Quanto vale l’open banking

Quanto vale l’open banking in termini economici? Lo misura un report di Business Insider Intelligence dal titolo eloquente “The Monetization of Open Banking”. Secondo cui il potenziale di guadagno nel Regno Unito generato dai servizi offerti attraverso l’open banking a PMI e retail ammonta a 2 miliardi di sterline entro il 2024 – con un tasso di crescita annuo composto del 25%.

E il Regno Unito è una pietra di paragone importante perché l’open banking ha origini britanniche – come ogni innovazione in campo FinTech – per poi diffondersi in tutta Europa. Nel 2018 sono entrate in vigore le regole della UK Competition and Markets Authority (CMA), che hanno imposto ai nove maggiori istituti di credito del Paese di aprire a terzi l’accesso ai dati dei clienti. Il trend si è rapidamente diffuso in tutta Europa, con molti Paesi che hanno seguito l’esempio e hanno elaborato i propri framework regolamentari di open banking.

Mentre negli Stati Uniti, l’adozione del modello procede a rilento anche se la crescente domanda dei clienti e la pressione dei concorrenti sta costringendo anche il Nuovo Mondo a iniziare a recuperare terreno.

Insomma, globalmente, senza nessuna possibilità che il trend si inverta, tutta la finanza va verso il FinTech.

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