Nel radar delle società di P2P lending e invoice trading ci sono le microimprese dimenticate dalle banche. Possiamo mobilitare 2 miliardi e farli arrivare nelle casse delle aziende in tempi rapidi e in maniera sicura: l’appello di Italia FinTech
“Lo shock causato dalla pandemia potrà essere mitigato solo con misure forti a supporto della liquidità delle PMI e delle famiglie, prevedendo meccanismi efficaci di veloce trasmissione delle garanzie e risorse stanziate, nonché un maggior utilizzo di modalità di trasferimento attraverso pagamenti digitali”. Inizia così il “manifesto” che indica la via d’uscita dalla pandemia economica secondo Italia FinTech, l’associazione che riunisce tutti i principali player nel settore Fintech italiano, parte di EDFA – European Digital Finance Association.
È un appello che le società FinTech vogliono fare al governo e alle banche tradizionali affinché si scardini definitivamente un modello vecchio di fare finanza, il cui cambiamento era già in atto e si acceleri la collaborazione al fine, in questo momento di emergenza, della trasmissione efficace dei finanziamenti all’economia reale e nel futuro di una maggiore efficacia generale del sistema.
Il valore aggiunto del FinTech: il tech
Tutto merito della tecnologia. Il Fintech offresistemi di pagamento digitali che possono trasferire liquidità velocemente e in sicurezza, oltre a piattaforme di lending e di cessione di fatture commerciali. Tutto avviene in modalità da remoto by design: questo consente tempi medi di erogazione di smobilizzo fatture/erogazione credito B2C e B2B di 2-3 giorni tramite iter di delibera snelli e nativi digitali. Ma non per questo meno rigorosi nella valutazione del merito di credito, che viene svolta grazie ad algoritmi di machine learning. Inoltre, il distanziamento sociale è incluso nei modelli di business e gli operatori non hanno mai smesso di lavorare, in digitale, nelle settimane di lockdown.
Due miliardi per le microimprese
Il Fintech può mobilitare risorse addizionali per 2 miliardi: certamente pochi in confronto alla potenza di fuoco annunciata dal Decreto Liquidità, ma una cifra importante e sufficiente a soddisfare il fabbisogno delle microimprese (sotto i 2 milioni di fatturato) le cui richieste di credito difficilmente trovano accoglienza presso le banche tradizionali. La ragione è nota: la crisi dei subprime esplosa nel 2008 ha mutato il modo di fare credito e imposto alle banche di rispettare requisiti patrimoniali sempre più stringenti. Regole – sintetizzate in Europa dalle diverse versioni di Basilea – che hanno pesato in maniera asimmetrica sulle PMI di minor dimensione. Perché, se una banca eroga prestiti a una di esse, il regolatore ha stabilito che riporti a bilancio un parametro di maggior rischiosità, a parità di tutte le altre condizioni, rispetto ad aziende medie o grandi. Il risultato è stato che negli ultimi anni le microimprese sono uscite dal radar della finanza tradizionale.
Il FinTech è pronto a erogare credito, ma servono le garanzie
Ovviamente, al fine di massimizzare l’accesso delle imprese colpite dall’attuale emergenza alle fonti di finanziamento del FinTech, l’associazione chiede che i regolamenti attuativi del decreto, che verranno emessi da SACE e da Mediocredito Centrale (gestore del Fondo Centrale di Garanzia) ai fini della definizione dei soggetti ammessi alla garanzia, non siano discriminatori nei confronti degli investitori e intermediari alternativi, come spesso accade ed è accaduto in tempi normali. L’estensione delle garanzie concesse alle banche, consentirebbe lo sblocco immediato di investimenti da parte di grandi investitori istituzionali (assicurazioni, fondi pensione, family office) disponibili a finanziare l’economia reale italiana.
Condividi