5 settembre, 2017

11 min di lettura

Scritto da: Redazione Opyn

Un mercato del credito alternativo per le PMI? Fa crescere l’economia

Ben 10 ragioni per cui è un bene sostenerne lo sviluppo

Il P2P lending ridà fiato ai business delle micro imprese che, sempre meno, trovano credito in banca. Mentre l’erogazione di prestiti alle imprese a livello di sistema è finalmente in aumento, le aziende più piccole vedono un ulteriore calo del 2%: qui abbiamo spiegato quello che sta succedendo e come dal fronte istituzionale si cercano modi per dare nuovo impulso ai finanziamenti alle imprese con esigenze di cassa di piccolo taglio. Il P2P lending è il loro mondo, visto che per le banche i prestiti sotto i 100mila euro non sono convenienti, perché sono un costo che non offre alcun margine. Ma nel corso della nostra attività – lo sapete che BorsadelCredito.it è la prima piattaforma di P2P lending alle aziende e che eroga finanziamenti da 2 anni? – ci siamo resi conti che anche qualche azienda medio-grande si rivolgeva a noi. Perché? Perché risolviamo un’esigenza che la banca con i suoi prodotti standard non è in grado di risolvere, perché siamo veloci, perché rappresentiamo una fonte di diversificazione dei finanziamenti e un’esperienza unica e moderna di accesso al credito.

I motivi sono diversi e abbiamo provato a sintetizzarli qui a seguire.

  1. Diversificare le fonti di finanziamento rende l’economia più smart. Secondo CRIF Ratings, nell’ultimo decennio la ridotta disintermediazione dal canale bancario delle PMI italiane ha contribuito a frenarne la crescita. Il profilo finanziario delle PMI (in particolare la ricerca è stata condotta su 15mila impresa con fatturato tra 10 e 500 milioni) mostra un’eccessiva dipendenza dal supporto del sistema bancario per fronteggiare le esigenze finanziarie di breve e lungo periodo. Nel periodo esaminato da Crif (2006-2015) i cambiamenti nelle strategie di finanziamento delle PMI italiane sono stati poco significativi: il debito bancario è rimasto costantemente oltre l’85%. Solo un numero ristretto di aziende, poco più del 5%, ha diversificato le proprie fonti facendo ricorso ai mercati dei capitali. “La percentuale delle obbligazioni sui debiti finanziari per le PMI analizzate (4,1%) – scrive Crif – risulta circa 1/3 rispetto alla media delle aziende italiane non finanziarie (13%), a loro volta molto al di sotto dei livelli rilevati in UK (26%) e USA (41%)”. E anche in Europa, il confronto è impietoso: secondo Banca d’Italiail credito bancario vale, in Italia, oltre due terzi dei debiti finanziari delle aziende, contro un terzo in Francia e nei Paesi anglosassoni e la metà in Germania.” Tutte economie più forti e solide della nostra.
  2. La velocità è una variabile fondamentale per la competitività. Il P2P lending ha un grande vantaggio dalla sua: quello di riuscire in soli tre giorni a far arrivare sul conto delle imprese richiedenti il denaro di cui hanno bisogno per realizzare i propri progetti. Tre giorni per erogare il denaro e appena 24 ore per valutare il merito di credito dell’azienda e dare un esito alla sua richiesta. Contro tempi bancari che variano da uno a tre mesi per la procedura complessiva. Le banche, inoltre, tengono temporaneamente a sistema anche le pratiche che sono state rifiutate: capita così che anche se il finanziamento non è stato concesso la capienza reddituale dell’impresa risulta compromessa. Così, nel caso si voglia presentare una seconda domanda, è necessario attendere questo mese ulteriore o presentare la documentazione che dimostrano che quella capienza reddituale è falsata dal precedente rifiuto (che comunque non è una gran prestazione). Il tutto con un dispendio di tempo e di energie notevolissimo che, nel caso delle piattaforme di P2P lending, viene ridotto a 24 ore.
  3. L’esperienza digitale crea empatia e vicinanza e consente di efficientare le richieste di finanziamento. Il marketplace lending comporta un’esperienza totalmente digitale: un pc, un tablet o uno smartphone sono gli strumenti che rendono facile una richiesta altrimenti lunga e complessa. L’azienda deve avere alcuni requisiti minimi (un anno di attività e 50mila euro di fatturato) e poi può iniziare l’applicazione online. Tutto il processo lo abbiamo descritto in dettaglio qui: si tratta di una procedura che richiede una decina di minuti di tempo e che può essere completata interamente online se si hanno già a disposizione tutti i dati anagrafici del titolate oltre che gli ultimi due bilanci dell’azienda, altrimenti interviene in aiuto un consulente personale che sarà a disposizione dell’imprenditore sempre, per tutto il ciclo della vita del prestito. Nelle 24 ore successive all’inserimento dei dati a sistema, l’algoritmo della piattaforma analizza tutti i big data e cataloga l’azienda in base a uno scoring: questo viene corroborato da una chiacchierata telefonica con il consulente e alla fine delle 24 ore il prestito deliberato. Anche l’erogazione richiede due ulteriori passaggi interamente in campo virtuale: comunicazione dell’Iban e firma digitale del contratto. Una procedura snella ed efficiente che non richiede spostamenti fisici, file allo sportello, discussioni con impiegati, giri infiniti per capire se siamo nel posto giusto, attese abnormi. E un sistema che, anche se è virtuale, alimenta l’empatia: il portale è a disposizione 24 ore su 24 e un consulente personale è sempre disponibile a chiarire dubbi e perplessità con una semplice telefonata.
  4. Non ci sono costi nascosti: tutto è dichiarato e alla luce del sole. Il processo di erogazione di finanziamenti nel marketplace digitale è del tutto trasparente e il costo finale del prestito è molto chiaro e competitivo, a differenza del contesto bancario dove non sempre è così, ma esistono costi non dichiarati che gravano sulle tasche dell’imprenditore. Secondo la nostra analisi, che trovate riassunta in questa tabella, una linea a breve ha un costo reale che supera il 20% contro quello medio inferiore al 12% di BorsadelCredito.it. Il costo è tutto qui, non ci sono voci che fanno capolino a sorpresa in un secondo momento. Ricordiamo che i numeri indicati rappresentano una media, quindi potrebbero poi esserci costi effettivi inferiori o superiori in base al merito di credito dell’azienda richiedente e della durata del prestito.
  5. Il marketplace lending è democratico e non discrimina le micro imprese. Secondo Kpmg, le micro imprese italiane hanno esigenze di finanziamento di 50 miliardi di euro, che le banche non riescono a soddisfare perché devono sottostare alle regole sempre più stringenti di Basilea sui requisiti di capitale. Per le banche, erogare prestiti sotto i 100mila euro rappresenta un costo, perché si tratta di valori per cui l’istituto non ha alcun margine e poche centinaia di migliaia di euro sono comunque un gioco a somma zero: motivi sufficienti per disinteressarsi delle nostre imprese più piccole, ovvero di 4,5 milioni di soggetti che costituiscono l’ossatura dell’economia reale e che fanno crescere il Paese. Il P2P lending è aperto ad aziende di tutti i settori, mentre spesso le banche pongono limiti di tipo merceologico e di dimensioni.
  6. Supporto e prodotti personalizzati: una soluzione per ogni esigenza. Ogni azienda o consulente aziendale ha a disposizione un consulente personale che li accompagna lungo tutto il processo e che è disponibile su diversi canali, dal telefono alle mail, fino alla chat – rendendo i tempi di risposta molto brevi. La personalizzazione riguarda anche i prodotti: a differenza della banca per cui le linee di credito sono sempre oggetti rigidi che non sempre si confanno alle esigenze delle imprese, noi possiamo personalizzare i finanziamenti in base alle caratteristiche e alla domanda delle aziende.
  7. La flessibilità come regola di vita (e di business). Quando una banca eroga credito lo fa tenendo conto di fattori che non necessariamente riflettono il merito di credito dell’impresa, per esempio guardando a quanto hanno già erogato in un determinato settore, per valutare che non abbiano raggiunto la soglia predefinita. Si tratta di un approccio rigido che può penalizzare la singola azienda meritevole solo perché appartiene a un dato settore. Le piattaforme di P2P lending non hanno queste rigidità e giudicano l’azienda singolarmente, secondo un approccio più personale e realistico che non si basa su relazioni, geografia e non pone limiti dimensionali o di settore.
  8. Il mercato dei prestiti ha imboccato in maniera decisa la direzione dell’online. Se le banche sono ancora la principale fonte di finanziamento delle imprese, come ampiamente argomentato, c’è una fascia di imprese micro che in banca non trova più risposta alle proprie domande. Un business appetibile che vale, tanto per restare nel mercato italiano, 50 miliardi di euro (secondo Kpmg). Tanto attraente che le stesse banche lo hanno capito e così, in Europa e nel resto del mondo, cercano di presidiare attraverso le partnership con le piattaforme del lending online: solo per citarne qualcuna, quella di Santander con Funding Circle nel Vecchio Continente e le storie di Goldman Sachs e Citibank che hanno attivato diverse aperture verso il lending online. E anche l’ingresso di outsider come Amazon che fa un mestiere diverso ma che dal 2011 presta alle imprese che vendono attraverso il portale (link a editoriale dell’11 luglio).
  9. La concorrenza migliora le cose. Qualsiasi mercato in regime di monopolio non funziona in maniera corretta, se non regolato dall’incrocio di domanda e offerta che decidono il prezzo dei prodotti. Quello del credito bancario è un mercato pressoché di monopolio, come abbiamo visto anche al primo punto di questo decalogo: ben l’85% delle imprese italiane dipende da quel canale di finanziamento. Fino a oggi le (poche) imprese che riuscivano ad avere prestiti bancari erano soggette, così, a condizioni capestro, decise dalle banche unilateralmente e a cui non si poteva rispondere cambiando fornitore. Con il P2P lending la scelta c’è.
  10. Perché l’onda buona dell’innovazione non si può arrestare. La tecnologia sta cambiando il mondo. Le imprese manifatturiere sono costrette a ripensare i loro modelli di produzione attraverso la digitalizzazione, come impone la quarta rivoluzione industriale. Per i servizi vale lo stesso: velocità, disponibilità, accessibilità, sono le regole auree di chi vince oggi sul mercato. La tecnologia ha cambiato la nostra vita quotidiana e i nostri modelli di consumo, le nostre abitudini. E non si torna indietro. Il FinTech e il P2P lending sono solo una parte di questa onda che procede e che non si può arrestare.

TAGS: