18 novembre, 2016

4 minuti di lettura

Scritto da: Redazione Opyn

Perché il p2p lending conviene a commercialisti e consulenti


featured-image

Siamo a novembre e una pasticceria del centro ha bisogno di fare dei piccoli investimenti. All’imprenditore servono circa 30mila euro, il costo della nuova vetrina in cui faranno bella mostra di sé i dolci natalizi in vista del periodo più “hot” dell’anno – in termini non di clima evidentemente, ma di vendite. Non sa come muoversi. Allora chiede aiuto al suo commercialista o al consulente di fiducia. Che ha due alternative: può consigliare una banca, ma è molto difficile che ottenga un prestito prima dell’anno seguente; oppure una piattaforma di marketplace lending, dove può ottenere liquidità in 3 giorni lavorativi.

Noi li chiamiamo partner e da loro arriva una buona fetta di tutti i prestiti che finora abbiamo erogato. Sono i professionisti della consulenza e del credito alle imprese che, attraverso Internet, possono innanzitutto ampliare il proprio business.

Perché la grande rivoluzione del marketplace lending è quella di dare di nuovo accesso al credito a un gruppo di clienti prima trascurato: la miriade di microimprese con esigenze di cassa tra i 30 e i 100mila euro che le banche snobbano perché importi così bassi costano troppo (a volte di più) rispetto a quanto marginano. Inevitabile allora concentrarsi su PMI di maggior dimensione che impattano meno sul patrimonio bancario e consentono di stare nelle regole di Basilea 3 – quindi sono meglio servite dagli istituti di credito – e rendono di più anche in termini di commissioni riconosciute a colui che mette in connessione domanda e offerta.

Il nostro tessuto industriale, però, è fatto in prevalenza di micro e piccole imprese che per crescere hanno bisogno di investire. Perché a un professionista che lavora a fianco degli imprenditori come un mediatore, un consulente aziendale o un commercialista conviene consigliare ai propri clienti il marketplace lending? Le ragioni sono essenzialmente tre: oltre all’accesso a una classe di clienti finora trascurata (e quindi: possibilità di sviluppo commerciale possibilmente illimitate), usare una piattaforma che in 24h garantisce una delibera e in 3 giorni, con valutazione positiva, l’erogazione del credito, rappresenta un risparmio ingente in termini di ore/uomo e quindi un taglio dei costi; e un servizio di alta qualità per i propri clienti, dove viene servita non solo l’esigenza delle aziende di ottenere credito ma anche quella, spesso trascurata, di non perdersi nei tempi morti delle valutazioni. Altro vantaggio non trascurabile è l’incasso immediato delle commissioni.

Agire su Internet risparmia al consulente un “fastidioso” supporto a favore dell’imprenditore, che è un’attività che si protrae nel tempo anche per mesi, se è vero che i tempi di lavorazione di un prestito bancario possono arrivare a 120 giorni e non sono mai inferiori ai 30.

Le commissioni invece sono chiare e trasparenti e riguardano una percentuale importante delle commissioni che incassa BorsadelCredito.it. Con il social lending, la commissione può essere incassata il giorno stesso dell’erogazione del prestito, che avviene in un tempo massimo di tre giorni una volta accettata la pratica immessa a sistema.

TAGS: