21 aprile, 2020

5 min di lettura

Scritto da: Redazione Opyn

4thWay: la società britannica di ricerca spiega perché il nostro settore offre investimenti più fair di quelli tradizionali

Il Coronavirus mette in luce il valore aggiunto del FinTech e in particolare del marketplace dei prestiti, sia sul fronte del debitore che su quello del creditore: ecco il perché nell’opinione di un player internazionale 

Qual è l’impatto del Covid-19 sull’industria del P2P lending? Una cosa è certa: dalla crisi economica che ne consegue e che non appare avere precedenti nell’ultimo secolo, nessun settore uscirà indenne. Qualcuno si è visto il fatturato azzerato (turismo, trasporti, ristorazione), l’industria di produzione sta sperimentando diminuzioni tra il 40 e il 70%, i servizi stanno continuando a lavorare (perché possono farlo da remoto), mentre pharma e tecnologia – il primo per ovvie ragioni di ordine sanitario, il secondo per l’esigenza di poter comunicare senza muoversi – stanno avendo impatti positivi. Tutti, indiscriminatamente, dovranno cambiare.

Il valore aggiunto del FinTech

Il FinTech, a cui il P2P lending fa capo, è un settore a elevato contenuto di tecnologia: l’aspetto digitale, che in società come BorsadelCredito.it è parte fondante, è un valore aggiunto particolarmente evidente in un momento in cui la necessità di distanziamento sociale impone l’isolamento.

Insomma, le conseguenze della pandemia hanno disvelato anche agli occhi degli scettici il potenziale di poter avere a disposizione servizi finanziari solo grazie al proprio smartphone.

Ma non solo. Sta emergendo con chiarezza anche un’altra caratteristica propria del settore ed è la sua maggior equità. Lo afferma 4thWay, società londinese che fa ricerca sul P2P lending e secondo cui solo una minoranza di investitori sta vendendo i propri prestiti a causa del rischio connesso alla pandemia e che, in ogni caso, diversamente da quanto avvenuto nel mercato azionario, gli investitori che vendono i loro prestiti non lo hanno fatto a prezzi fortemente scontati. 

L’investitore peer-to-peer: paziente e disciplinato

Perché? Perché il prestito P2P è un prestito paziente: ciò impone che non si entra ed esca rapidamente per approfittare di discrepanze di prezzo (che non ci sono) ma che, come se si fosse a capo di un’intera azienda, si attenda che il risultato arrivi nel tempo, con un orizzonte di lungo o almeno medio periodo. “Non puoi, in una decisione immediata, recuperare metà del tuo prestito e scappare via… questo impone agli investitori la disciplina di non comprare e vendere sempre, nel bel mezzo di un investimento. Questa disciplina è qualcosa di cui molti investitori azionari trarrebbero beneficio”. Per lo stesso motivo, il prestito peer-to-peer funziona in modo più equo: non si può prendere la cassa e scappare e dunque non ne risultano grandi vincitori e sconfitte sonore

Quando c’è una recessione, gli investitori in preda al panico non possono perdere forte vendendo i loro prestiti a prezzi stracciati: questo invece accade tipicamente in Borsa quando la paura di perdere tutto causa in genere perdite clamorose, mentre aver pazienza produrrebbe un recupero nel tempo (e forse persino un guadagno alla fine). 

E questo vale, secondo 4thWay, trasversalmente a tutti i sottosettori del P2P lending. Per esempio, RateSetter che fa prestiti personali ha dichiarato che “le prestazioni del portafoglio sono rimaste stabili”; CrowdProperty, una piattaforma di sviluppo immobiliare P2P, sta approvando nuovi prestiti normalmente perché “in periodi di volatilità del mercato azionario, solidi prodotti di debito ben garantiti sono attraenti per una gamma ancora più ampia di investitori“. E anche noi non abbiamo registrato cali di produzione, al contrario, proprio per la peculiarità del nostro prodotto, probabilmente abbiamo lavorato di più.

Secondo Neil Faulkner di 4thWay, “questo è il momento in cui l’industria del P2P dimostrerà che il prestito di denaro diretto è un investimento molto solido, che fornisce risultati stabili rispetto al mercato azionario, condiviso più equamente tra i partecipanti. Non abbiamo mai visto nulla di simile a questa pandemia prima, ma, mentre i mercati globali stanno crollando, la stragrande maggioranza degli investitori peer-to-peer continuerà a trarre profitto, grazie a standard di sottoscrizione ragionevoli, solida sicurezza, fondi di accantonamento per coprire crediti inesigibili e tassi di interesse interessanti“.