14 luglio, 2017

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Scritto da: Redazione Opyn

Amazon e BBVA: quando i colossi entrano nei prestiti alternativi alle imprese

Riflettori sul mercato del lending alle aziende che le banche non finanziano. Un settore redditizio

I finanziamenti alle PMI – soprattutto se disintermediati – sono un business sempre più interessante. Lo dimostrano due recenti notizie che riguardano due operatori molto diversi: il più grande e-commerce del mondo e una delle maggiori cinquanta banche del pianeta. Il primo è Amazon, al cui interno il fondatore Jeff Bezos ha deciso di aprire un marketplace del credito all’inizio di questo decennio. La novità sta nei numeri: a oggi ha erogato 3 miliardi di dollari in prestiti a oltre 20mila PMI, un miliardo solo nell’ultimo anno. Amazon Lending, che eroga prestiti alle piccole e medie imprese che vendono i loro prodotti su Amazon, esiste dal 2011: un algoritmo individua le aziende solide analizzando i dati che le riguardano e invia a quelle con un rating soddisfacente l’invito a chiedere un prestito. I finanziamenti vengono erogati in giornata, prelevati dal bilancio del colosso del commercio online, e le rate trattenute dal conto delle aziende debitrici con un controllo totale della situazione finanziaria. Nel caso in cui i conti delle aziende debitrici siano a secco, Amazon congela la merce dell’azienda insolvente, immobilizzandola in magazzino, e la sblocca solo ad avvenuto pagamento della rata. Prestiti della durata massima di 12 mesi, con importi tra i 1000 e i 750mila euro e tassi tra il 6% e il 17%.

Tassi tutto sommato nella media dei mercati a cui si rivolge, che non hanno di certo spaventato le aziende. E che rendono il business molto redditizio per Amazon: innanzitutto perché il colosso assegna il merito di credito attingendo a dati che già dispone, relativi alle proprie aziende rivenditrici, e quindi a costo praticamente zero; in secondo luogo perché incassa i cospicui interessi versati dalle aziende, e infine perché contribuendo a far crescere le aziende ne spinge le vendite e sulle vendite guadagna maggiori commissioni. I Paesi in cui Amazon offre questo servizio sono Stati Uniti, Gran Bretagna e Giappone ma l’intenzione è di estenderlo presto a Canada, Francia, Italia, Spagna, India e Cina.

In Spagna, intanto, la banca BBVA ha messo in piedi un sistema digitale di prestiti alle PMI molto singolare. Le banche spagnole hanno compreso da tempo la necessità di fare accordi con il FinTech: già nel 2014 Santander aveva stretto un’intesa in Regno Unito con Funding Circle, la piattaforma specializzata nel p2p lending alle piccole imprese, con l’obiettivo di indirizzare al finanziatore alternativo le aziende più piccole che si rivolgono alla banca e che la banca non può accontentare. E la stessa BBVA, 750 miliardi di euro in asset, uno dei 50 maggiori istituti di credito del globo, ha ben chiaro che non può sfuggire alla disruption del FinTech: il ceo della banca spagnola Carlos Torres Vila aveva parlato di come “stia cambiando velocemente il modo di relazionarsi con i clienti” e che le startup “operano in piccole nicchie e lo fanno a costi inferiori e con maggior valore per il cliente.” Ammettendo che proprio alle startup guardava per offrire ai clienti servizi innovativi.

Non a caso, a marzo 2016 BBVA ha acquisito la banca finlandese online Holvi, focalizzata sulle PMI e nel 2014 la statunitense Simple. Oggi ha deciso di lanciare una startup nella divisione new digital business, con la quale offrire un canale di finanziamento alternativo per le piccole e medie imprese. Si chiamerà Trust.u e punterà alle PMI con meno di 30 mesi di vita che fanno fatica a ricevere ascolto dalle banche, offrendo loro un servizio al 100% digitale basato su un modello nuovo di calcolo del rischio, che tiene in conto anche l’aspetto sociale. In pratica, per iniziare le operazioni la PMI, che non deve necessariamente essere cliente di BBVA, deve iscriversi alla piattaforma e inserire alcuni dati che consentano all’algoritmo di Trust.u di assegnare un rating all’azienda. Infine la piattaforma valuta, proprio in base al merito di credito, quanta parte del finanziamento richiesto erogherà la banca e quanta dovrà esserne apportata dal circolo di familiari e amici dell’imprenditore. L’impresa deve occuparsi di ottenere dal suo circolo di conoscenze la somma richiesta alle condizioni stabilite e solo successivamente si attiverà il prestito da parte Trust.u che si occuperà della gestione di tutti i pagamenti. Gli interessi variano dal 4,23% al 10,47% di TAE, contro tassi delle altre soluzioni alternative similari che spaziano tra il 15% e il 50%. Insomma, tutti vogliono finanziare le PMI. E le PMI iniziano a guardare con interesse a queste formule innovative.

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