17 ottobre, 2017

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Scritto da: Redazione Opyn

BorsadelCredito.it, unica italiana del P2P lending a LendIT, dove sfila il credito del presente e del prossimo futuro

In platea, banche numerose quasi quanto le Fintech. E non a caso le due realtà, sul terreno internazionale, giocano ormai ad armi pari. Mentre in Italia…

Il Fintech? Ha superato la banca. Così cambia il mondo del credito, attraverso la rivoluzione del P2P lending. Un settore che, a circa dieci anni dalla nascita, si può considerare maturo. Ed è questa la principale sensazione che BorsadelCredito.it ha portato con sé di ritorno da Londra, dove si è svolta, il 9 e il 10 ottobre, la quarta edizione di LendIT, il maggiore evento europeo dedicato al peer to peer lending. Centocinquanta le Fintech presenti, provenienti da 50 Paesi, con BorsadelCredito.it, per il secondo anno consecutivo, unico player italiano. LendIT è una passerella dove sfila tutto il parterre de roi del nostro mondo, ma anche un osservatorio privilegiato per seguirne l’evoluzione.

Evoluzione che proviamo a raccontarvi. Il primo segnale di mutamento era visibile già nella platea. Nel 2017 sono cresciuti in maniera esponenziale i partecipanti, oltre 1100, ma sono aumentati soprattutto quelli provenienti dal mondo del credito “tradizionale”, ovvero banche e asset manager. Intermediari che convergono sempre più verso il Fintech e che sanno che al cambiamento che impone l’innovazione non ci si può sottrarre: change or die, una regola che nel mondo anglosassone è assimilata, così come nell’Europa continentale. “Se dovessi scegliere una parola per raccontare questa edizione di LendIT direi consapevolezza: rispetto all’entusiasmo dello scorso anno – così Antonio Lafiosca, il nostro COOai fondi e agli investitori non è stato necessario spiegare cosa facciamo. L’atteggiamento non è più quello del bambino curioso che si approccia a un giocattolo nuovo, ma dell’esperto che si siede al tavolo pronto a fare business. Il che ha reso il networking sorprendentemente veloce e facile.”

Insomma, il Fintech in Europa è entrato a pieno diritto nel mondo della finanza nell’anno domini 2017. Di più: è pronto a superare la finanza stessa. Jaidev Janardana, CEO del primo P2P lender al mondo il britannico Zopa, lo ha detto senza mezze misure: per lui il banking tradizionale è un gioco a somma zero tra banca e cliente, in cui ogni vantaggio che ottiene la banca va a detrimento del cliente e viceversa. Cortocircuito che Janardana sta cercando di superare da quando, a fine 2016, ha annunciato che avrebbe fondato la banca di Zopa, una banca giusta in cui i benefici dell’azienda sono allineati a quelli del suo cliente. La banca di Zopa offrirà prestiti personali, attraverso la piattaforma P2P, ma anche carte di credito, risparmi e investimenti all’insegna di correttezza e trasparenza. Senza promettere, per esempio, periodi a tasso zero sulle carte di credito, ma proponendo un tasso flat basso. Funzionerà. Almeno a sentire le parole di un altro leader mondiale del settore, ovvero Samir Desai, CEO di Funding Circle. Per Desai, se è vero che le PMI sono attratte dai lender online per velocità, efficienza e prezzo, è altrettanto vero che “molti si rivolgono a Funding Circle proprio perché non è una banca.” Intanto sono le banche che cercano di diventare piattaforme di credito online. Come NatWest che a gennaio ha lanciato Esme: una piattaforma che mira a condurre prestiti alle imprese in soli 25 minuti, usando parametri di rischio identici a quelli della banca proprietaria. Forse anche per recuperare terreno, visto che, nel frattempo, Funding Circle è diventato il maggior erogatore di credito alle imprese nel mercato britannico, più di Hsbc, più di Rbs stessa. Un paradosso impensabile fino a una manciata di anni fa. E come ci è riuscito lo spiega ancora Desai: “Cosa ha fatto davvero la differenza e ci ha consentito di ottenere questo risultato, rivoluzionando il mercato dei prestiti alle imprese in UK? L’esperienza di acquisto.” È proprio questa esperienza di acquisto, friendly, senza barriere e senza soluzione di continuità, semplice, rapida e completamente online che farà la differenza anche in Italia. Mercato a cui peraltro gli investitori internazionali si stanno interessando in maniera molto forte, soprattutto per quello che riguarda il mondo delle aziende piccole e molto piccole, spesso eccellenti, che rappresentano la nostra ossatura industriale e che, per un investitore professionale, sono per lo più inaccessibili perché fare la ricerca per valutarne la qualità è in genere un costo troppo elevato. I panieri che costruisce BorsadelCredito.it sono invece già selezionati, diversificati e di alta qualità.

Resta da capire quanto il nostro mercato ancora piccolo, anche se in crescita esponenziale, riuscirà a stare al passo dell’accelerazione prevista nei prossimi 15 mesi da Renaud Laplanche, ex CEO di Lending Club, secondo cui “la domanda di prestiti al consumo è destinata a essere elevata per via di condizioni economiche precarie negli Usa.” Inoltre, l’ingresso di partner come Goldman Sachs (ne avevamo parlato qui) aiuterà la crescita.

Non solo. “Nello stesso periodo si svilupperà un mercato secondario dei prestiti online significativamente forte: ne abbiamo parlato a lungo e il momento è arrivato” – cloud computing, big data e blockchain contribuiranno alla sua fondazione. “Tutte queste nuove tecnologie renderanno possibile l’ulteriore riduzione dei costi operativi e abbatteranno i costi del credito. Oltre a migliorare le sottoscrizioni, con benefici significativi per richiedenti e investitori.” Infine, la terza previsione di Laplanche: “l’unbundling dei servizi finanziari attraverso i diversi segmenti del Fintech si trasformerà in un ‘rebundling’ di mercati come wealth management, pagamenti, lending e finanza personale entro la fine del 2018. Questo continuo rebundling darà luogo ad almeno una grossa innovazione di prodotto per il consumatore in questo lasso di tempo.” Quale, neppure Laplanche lo sa. Ma stiamo tutti a guardare, pronti alla rivoluzione finale.