26 marzo, 2021

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Scritto da: Redazione Opyn

BorsadelCredito.it vs Funding Circle: due business del fintech lending a confronto


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Il 2020 si è chiuso con un valore dell’erogato quadruplicato anno su anno, ma soprattutto con il bilancio in utile e un ebitda importante. Validando il modello di business e preparandosi alla fase di crescita successiva

La britannica Funding Circle è la fintech del lending che abbiamo sempre considerato la nostra azienda faro. I numeri che emergono dal confronto con essa dimostrano come le piccole imprese italiane, come noi in fondo siamo, hanno spesso un contenuto di innovazione e capacità che non sono ancora del tutto riconosciute a livello internazionale.

Nel 2020 abbiamo infatti quadruplicato il valore dell’erogato e siamo diventati profittevoli, producendo un ebitda del 20%. Nell’anno della pandemia BorsadelCredito.it è riuscita a validare il suo business model tanto da aver avviato un piano di espansione che contempla assunzioni e molti nuovi progetti.

Covid e fintech lending: il confronto tra mercato italiano e UK

L’ultimo bilancio, pubblicato il 24 settembre, mostra un rosso di 113 milioni nei primi sei mesi dell’anno, oltre tre volte i 31,3 milioni di rosso di un anno prima. Secondo il CEO Samir Desai, è stato il Covid ad aver ridotto il business del fintech lending del 20%, per via dei programmi di aiuti pubblici alle PMI da parte dei governi britannico e USA.

Per BorsadelCredito.it il Covid ha invece spinto più aziende a rivolgersi alla piattaforma, a dispetto di un massiccio programma di prestiti garantiti (400 miliardi di euro in valore) messo in piedi dal governo italiano, come in Regno Unito e negli USA.

La nostra piattaforma a fine 2020 ha erogato 75 milioni, rispetto a un totale da inizio attività di circa 150 milioni. Numeri molto lontani dai 10 miliardi di sterline dell’erogato dichiarato da Funding Circle, ma significativi per il contesto italiano, anche in considerazione della più giovane storia del FinTech nel nostro Paese.

Due diversi percorsi per due diverse fintech del lending alle pmi

Il colosso inglese non è mai andato a break even, come spesso capita alle startup d’oltreoceano, capaci di ottenere valorizzazioni miliardarie in Borsa solo sulle prospettive del business. Nel 2018 quando Funding Circle ha annunciato la quotazione, ha presentato documenti che mostravano un bilancio in perdita di 35,3 milioni nel 2017 e di 46,6 milioni l’anno prima. Ma questo non ha scoraggiato gli investitori che hanno valutato l’unicorno FinTech 1,5 miliardi di sterline. Funding Circle, prima della IPO si era di fatto già sostituita alle banche della City nel settore dei prestiti alle PMI – quelle che gli istituti tradizionali finanziano sempre meno e che, attraverso un referral scheme, indirizzano automaticamente alla piattaforma.

Per BorsadelCredito.it il percorso è stato inverso: ci siamo prima fatti scegliere dai clienti e solo ora iniziamo a essere riconosciuti in ambito istituzionale. Eppure siamo in utile: come ci siamo riusciti? Il valore aggiunto del FinTech è quello di fornire tecnologie che migliorano la finanza. Siamo ciò che l’elettronica è per la meccanica. E in questo noi italiani siamo bravi, anche se difficilmente diventiamo Unicorni, per ragioni che però nulla hanno a che vedere con la qualità. Al contrario.

I fondi destinati al fintech lending

Nel mondo anglosassone i fondi destinati a innovazione e startup sono enormi, nel nostro Paese com’è noto, il Venture Capital vale circa 700 milioni e solo dal 2018 ha assunto queste dimensioni, mentre nei sei anni precedenti, dalla sua fondazione, stazionava poco sopra i 100 milioni. Abbiamo a che fare con un mercato più ridotto e risorse scarse: dove ci sono più possibilità e più investimenti ci sono più tentativi di business, ma anche maggiori azzardi. Da qui nascono gli unicorni che a volte diventano bolle. Funding Circle, che pure per noi è stato un benchmark, è l’esempio tipico di questo trend: l’IPO miliardaria non ha impedito alla società di continuare a produrre perdite disastrose e, dopo anni in cui ha prodotto volumi straordinari e un tonfo in Borsa, è stata costretta allo stop loss.

In Italia, una start-up che riesce a prendere il volo deve saper gestire la cassa in maniera accorta: e non potrebbe mai permettersi di bruciare cassa ai ritmi a cui sono abituati a fare le anglosassoni. Così ci troviamo poche start-up, modelli super efficienti, soluzioni che funzionano nel brevissimo periodo con ritorni in un ciclo di vita corto. Un’azienda come la nostra non ha certo i volumi di Funding Circle e non li avrà mai anche per un fatto pratico di mercato di riferimento, che ha dimensioni non paragonabili con quello UK. Ma è indipendente sul fronte finanziario e riesce a produrre ritorni per gli azionisti.

Infatti, se da un lato per la scarsità di risorse in Italia si perdono opportunità e idee che in altri mercati potrebbero valere milioni di euro, d’altro lato da questa selezione rigidissima nascono aziende eccellenti, destinate a cambiare il corso delle cose e della storia.

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