24 aprile, 2020

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Scritto da: Redazione Opyn

Digitalizzazione e collaborazione le parole chiave del New Normal per le imprese. Ecco il lato buono della crisi

Il lockdown ha messo in luce l’esigenza di strumenti digitali da parte delle aziende che si trovano a dover continuare la loro attività da remoto. Il FinTech è tra i settori che possono rispondere meglio a questa necessità, non solo perché offre soluzioni interamente digitali, flessibili e personalizzate, ma anche grazie alla sua capacità di stringere collaborazioni. Ne abbiamo parlato oggi insieme a Qonto all’interno del Webinar “Verso il futuro delle imprese: la prospettiva del FinTech

Da nice to have a must have: la crisi da Covid-19 ha messo in luce una volta per tutte l’importanza della digitalizzazione. Se l’impatto economico del lockdown sarà devastante, le imprese avranno l’occasione di fare l’auspicato salto culturale che le condurrà nel futuro, accelerando un processo necessario ma finora rimasto sullo sfondo.

Il lockdown imposto per legge e per evitare che la diffusione troppo rapida dell’epidemia mettesse in crisi i sistemi sanitari regionali ha reso evidente che l’esistenza di infrastrutture tecnologiche efficienti sia cruciale. Solo gli strumenti digitali rendono possibile continuare a lavorare quando non ci si può muovere: sembra un’affermazione banale, ma molte imprese hanno dovuto farvi i conti nell’emergenza perché prima di ora non avevano neppure mai valutato la possibilità di fare smart working. Oggi, che lavorare da remoto è un’esigenza, è evidente che sia necessario padroneggiare strumenti potenti – che fortunatamente la tecnologia mette a disposizione – e che i servizi online siano efficienti e sicuri.

Il valore aggiunto della digitalizzazione

Tutto questo amplierà accessibilità, semplicità, risparmio di tempo, economicità e scalabilità.

Certamente, sono necessari interventi strutturati e riforme radicali oltre che investimenti massicci a sostegno dell’economia reale perché le imprese possano beneficiare al massimo della digitalizzazione. L’azione pubblica che non si sta facendo attendere è senza dubbio determinante per la velocità di uscita dalla crisi e la ripresa. Intanto, diversi settori possono contribuire alla digitalizzazione qui e ora di diversi processi aziendali, grazie alla natura stessa della loro attività. Tra questi il FinTech è sicuramente in prima linea.

Il FinTech è nella posizione ideale per soddisfare, senza effettuare cambiamenti intrinseci, le esigenze emergenti delle imprese che si sono trovate all’improvviso a corto di liquidità e costrette a chiudere o a lavorare da remoto. Alla ricerca di risorse per far fronte alle esigenze di cassa indifferibili, mentre il fatturato crolla fino ad azzerarsi in alcuni casi, le PMI hanno bisogno oggi di proposte caratterizzate da ridotta complessità, flessibilità e costi giusti; di rapidità e reattività che però non vada a scapito dell’accuratezza e della sicurezza.

Il potere abilitante del FinTech

Il FinTech possiede già in sé per sua natura queste caratteristiche. Poiché si basa su procedure interamente digitali, consente di operare nel pieno rispetto del social distancing e in assenza di contatto fisico dalla prima richiesta, alla firma digitale, fino all’implementazione del contratto, con l’erogazione di un prestito, per esempio. Tutto in ambiente digital native e trasparente. Inoltre, il FinTech è caratterizzato da tempistiche immediate e certe di risposta alle richieste e possiede una dotazione di strumenti flessibili e personalizzati sulle esigenze della PMI oltreché ampliabili in virtù di collaborazioni e integrazioni con altre FinTech o con istituti di credito tradizionali.

Questo è il secondo aspetto che attraverso questa crisi epocale segnerà un balzo potente in avanti. Perché a vincere sul mercato in campo FinTech sarà chi è in grado di stringere le collaborazioni necessarie a sostenere i volumi della finanza tradizionale ma con le nuove tecnologie, così da offrire alle imprese servizi a 360 gradi per il business e rispondere alle nuove esigenze.

Il boom delle collaborazioni (il caso BorsadelCredito.it – Qonto)

Proprio in questa ottica era nata, in tempi non sospetti e ben prima della pandemia, la collaborazione tra Qonto e BorsadelCredito.it (di cui abbiamo parlato qui).

La neo-banca digitale francese è sbarcata in Italia a inizio anno per offrire a PMI e professionisti – i clienti sono più di 50mila, dei quali 3mila oltre i confini francesi – un conto corrente completamente digitale, con un’interfaccia semplice e intuitiva per gestire spese e pagamenti, accessi multiutente con carte diverse, il caricamento delle ricevute in tempo reale per rendere semplici le note spese, un accesso dedicato al commercialista.

L’accordo con BorsadelCredito.it consiste nell’offerta di un servizio integrato per le aziende italiane che, rivolgendosi a uno dei due partner, potranno automaticamente avere un ingresso preferenziale alle soluzioni dell’altro, a costi agevolati. 

In particolare, alle imprese clienti di Qonto BorsadelCredito.it offre uno sconto del 10% sulle commissioni di ingresso (è sufficiente richiedere un preventivo a questo link); mentre le aziende che hanno ottenuto già un finanziamento con BorsadelCredito.it hanno la possibilità di provare per tre mesi in forma gratuita i servizi di Qonto, (anche in questo caso è sufficiente accedere al portale da questo link).

La collaborazione risponde a un’esigenza reale del mercato: sono sempre di più le imprese e i professionisti che cercano una soluzione alternativa alla banca tradizionale per le proprie specifiche necessità in termini di attività finanziarie quotidiane e di accesso al credito. La domanda è sempre la stessa: flessibilità, possibilità di personalizzazione, rapidità, tutte caratteristiche tipiche del FinTech. Accorpare diversi servizi digitali in un’unica piattaforma di fruizione consente alle imprese di avere una customer experience di qualità superiore: è il banking as a service che diventa concreto.

E che oggi più che mai è necessario. Collaborazioni come questa sono destinate a moltiplicarsi sul mercato.

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