28 ottobre, 2016

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Scritto da: Redazione Opyn

Funding Circle Sme Income: quanto rende il primo fondo quotato di p2p lending a un anno dal lancio

In Italia è affare per soli privati, mentre nel Regno Unito e nel resto d’Europa il marketplace lending è una risorsa accessibile anche a investitori istituzionali e qualificati che la rendono liquida e fanno massa critica. L’attuale impossibilità di investire per i professionali funziona da freno, nel nostro Paese, a uno sviluppo del mercato in base alle sue reali potenzialità.

Nel frattempo, nel Regno Unito, che possiede il più vasto e avanzato modello di Fintech al mondo, ha visto la luce il primo fondo quotato di p2p lending per le pmi. Approdato un anno fa sul London Stock Exchange, il Funding Circle SME Income ha raccolto in fase di collocamento 150 milioni di sterline (168 milioni di euro al cambio attuale) a una sterlina per quota.

Funding Circle è la maggior piattaforma britannica di lending alle pmi e negli ultimi cinque anni ha prestato oltre 2,5 miliardi di sterline in Regno Unito e Usa a più di 20mila imprese, contribuendo alla creazione di 40mila nuovi posti di lavoro e al Pil nazionale per 2,7 miliardi.

A luglio il gruppo ha piazzato ulteriori quote per 14,5 milioni di sterline nel suo fondo, quote che sono state acquistate per lo più da Invesco Perpetual, asset manager attivo nel p2p, e dal Fondo pensione delle ferrovie britanniche. Sempre, a luglio, inoltre, il fondo ha pagato il primo dividendo: un pence per azione, che equivale a un rendimento annuo tra il 6,2 e il 7,2%. Il rendimento totale a cui mira la piattaforma è dell’8-9%, il resto derivante dalla crescita del capitale. I rischi, specificati nel prospetto informativo, riguardano soprattutto la possibilità di investire in azioni o cartolarizzazioni.

Ma un fondo quotato, di contro, offre l’opportunità a chiunque, da qualsiasi parte del pianeta, di investire nell’economia reale in un portafoglio altamente diversificato, avendo la garanzia di poter liquidare la posizione in qualsiasi momento sul listino. L’Italia, in assenza di interventi normativi che aprano il mercato a questa evoluzione, deve stare a guardare. E così le nostre piccole imprese a cui, di fatto, è preclusa una maggiore occasione di finanziamenti da prestatori diversi dai privati.

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