31 marzo, 2023

9 min di lettura

Scritto da: Redazione Opyn

Il Buy Now Pay Later per le aziende italiane B2B è un’occasione ancora da esplorare. Tutti i numeri di un mercato nascente e un confronto internazionale

Il BNPL, servizio che permette ai venditori di fornire ai propri clienti pagamenti rateizzati sugli acquisti, rappresenta ancora un mondo nuovo per il mercato italiano B2B, ma, come dimostrano i dati, le prospettive di sviluppo sono molto buone.

A cura del centro studi di Opyn 

Le imprese italiane (e non solo) hanno oggi davanti a sé una grande opportunità per aumentare i propri volumi di business, rendere più efficienti le filiere, creare valore: il Buy Now Pay Later. Si tratta di una nuova rivoluzione portata dal digitale, ed è – specialmente in Italia – un mercato nascente e ancora da scoprire, che presenta ampi spazi di crescita, in cui lo sviluppo dell’offerta è ancora a uno stadio embrionale, riservata a pochissimi player.

Quanto vale il Buy Now Pay Later nel mondo e in Italia

Il cliente attraverso il BNPL, sia nel B2C che nel B2B, può finalizzare subito un acquisto e pagarlo comodamente nel tempo. Di fatto è quindi una forma di dilazione dei pagamenti in diverse rate a interessi zero (principale differenza rispetto al credito al consumo), che viene fornita da società specializzate, fintech, che gestiscono l’operazione per conto dei commercianti (online o fisici), permettendo di aumentare il tasso di conversione e i volumi di vendita.

Negli ultimi tre anni, il settore del Buy Now Pay Later è cresciuto in maniera esponenziale in tutto il mondo, soprattutto sul fronte dei pagamenti B2C, ovvero verso i clienti finali. Secondo i numeri di Fortune Business Insight, il BNPL nel 2019 aveva un giro d’affari pari a 6,3 miliardi di dollari ed è salito a 10 miliardi nel 2020, poi quasi a 16 miliardi nel 2021, e a circa 23 miliardi nel 2022. Dunque, il mercato del Buy Now Pay Later è triplicato negli ultimi tre anni, ma la corsa è solo all’inizio: la stessa fonte stima un balzo a 90 miliardi di dollari entro il 2029.

Quanto all’Italia, come noto, il balzo della digitalizzazione innescato dal Covid ha avvicinato il retail ai pagamenti non cash. Nel 2021, secondo World Payment di Capgemini, in Italia quasi il 45% dei consumatori ha utilizzato, con una frequenza di almeno 20 transazioni all’anno, i wallet sui dispositivi mobili per effettuare pagamenti: nel 2020 erano stati il 23%. Se si assumesse lo stesso tasso di crescita nel B2B, si potrebbe ipotizzare per le transazioni globali non-cash un aumento fino ai 200 miliardi entro il 2025 (1,8 trilioni nel mondo), dai 121,5 rilevati nel 2020.

Inoltre, l’ultimo World Payments Report 2022 stima che l’incidenza dei nuovi metodi di pagamento a livello internazionale sia destinata ad aumentare entro il 2026, fino a rappresentare il 24% circa del totale delle transazioni non-cash rispetto al 17% registrato nel 2021. A dimostrazione della crescita del mercato del BNPL, Capgemini scrive che a trainare queste transazioni non-cash nel B2B mondiale saranno proprio “pagamenti istantanei, e-money e metodi di pagamento di nuova generazione, come Buy Now Pay Later (BNPL), criptovalute e pagamenti invisibili e biometrici”.

Il Buy Now Pay Later contribuisce alla crescita degli ecommerce B2B ma anche delle vendite a distanza e in negozio ancora prevalenti nel B2B

È un mercato enorme: l’ecommerce B2B vale d’altronde dieci volte quello B2C. L’opportunità è ghiotta per chi abilita nuove modalità di pagamento e per i merchant per cui vale, come per il B2C, il tema del miglioramento del tasso di conversione del carrello medio.

I numeri sul valore dell’ecommerce B2B versus quello B2C sono forniti dagli Osservatori del Polimi: l’ecommerce B2B, inteso come il valore delle transazioni in cui l’ordine viene scambiato in formato digitale, ha raggiunto nel 2021 in Italia quota 453 miliardi di euro, +12% rispetto al 2020, pari al 21% delle transazioni B2B totali italiane. L’eCommerce B2C vale, invece, circa 45 miliardi di euro (Osservatorio eCommerce B2C Netcomm - School of Management del Politecnico di Milano).

Chi abilita il BNPL per le imprese B2B?

Le piattaforme di lending as a service hanno le competenze ideali per strutturare sistemi di BNPL per il B2B snelli ed efficaci. Questo perché possiedono le competenze adatte allo scopo. In particolare, i software di analisi del merito di credito delle aziende possono stabilirne il grado di solvibilità e quindi blindare il sistema di rateizzazione e mantenere un controllo sui pagamenti, incorrendo meno in rischi di insoluto (elemento su cui le piattaforme dedite al B2C hanno spesso mostrato qualche défaillance). Grazie alla tecnologia, inoltre, le imprese, che decidono di integrarla per i propri clienti business, ottengono un efficientamento dei processi operativi di incasso, meno burocrazia e meno costi amministrativi per sollecitare i pagamenti.

Opyn si è già mossa in questo mercato lanciando a novembre il suo servizio di BNPL per le imprese B2B, Opyn Pay Later, che ha l'ambizione di poter offrire, in un unico posto, tutti i servizi che ruotano attorno alle vendite B2B. I merchant possono usarlo sia per vendere online che nei negozi fisici, scegliendo un servizio di dilazione di pagamento flessibile e modulare. Inoltre, la piattaforma si sta arricchendo di nuovi servizi, come la possibilità di assicurare il credito, la fatturazione elettronica, la multiutenza e tanti altri. L'obiettivo è quello di servire a 360° i propri clienti, fornendo uno strumento totalmente integrato e digitale e un servizio end-to-end: dalla valutazione del merito creditizio dei clienti, alla gestione semplificata e personalizzabile dei pagamenti (una moderna RIBA), per finire con l’attività di supporto al recupero crediti.

Questo rappresenta un grande passo in avanti verso l’integrazione del fintech all’interno delle aziende italiane B2B (e presto anche europee), che possono beneficiare di una soluzione all-in-one per la gestione delle loro vendite.

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