Anche nel meridione del Paese arriva il lending disintermediato e non fa più paura. Né agli imprenditori, che ne hanno sperimentato l’efficacia in pandemia, né alle banche, che lo iniziano a vedere come abilitatore del cambiamento necessario.
A cura di Andrea De Luca, Area Manager Sud Italia di BorsadelCredito.it
Nate in contrasto con il sistema finanziario tradizionale, per dimostrare che la tecnologia poteva riprodurre le procedure delle banche in maniera più efficiente e conveniente, le società fintech sono pronte per diventare il service delle loro antiche rivali. Ex rivali che le hanno guardate con sospetto e aria di scherno all’inizio, ormai un quinquennio fa, e oggi invece le vedono come abilitatori di un cambiamento necessario.
Banche e fintech: c’è ancora del lavoro da fare
Nel Sud del Paese dove le banche sono ancora restie ad accettarci come giocatori nella stessa arena, c’è un lavoro suppletivo da fare. Un lavoro di awareness per far comprendere che noi siamo partner e non competitor. Allearsi con una fintech per una piccola banca territoriale vuol dire riuscire a offrire un servizio più completo al territorio, senza rischiare quote di mercato, ma anche potendole guadagnare: qualcosa si sta muovendo, infatti sono sempre di più le banche locali del Sud che stanno stringendo accordi con BorsadelCredito.it
Qualcuno lo ha capito per primo, come la Banca di Credito Popolare, banca campana con sedi anche in Lazio, che nel 2018 ha siglato un accordo con Satispay per offrire ai suoi clienti uno strumento di pagamento aggiuntivo. Ma in generale le banche locali sono piccole e poco capienti e senza la capacità di vedere il potenziale di un accordo del genere.
La domanda di fintech arriva dalle imprese
Semmai la domanda di fintech arriva dalle imprese, dalla cui parte osserviamo segnali di apertura via via crescente. Imprese che sempre più vengono indirizzate dai consulenti verso forme di finanziamento alternativo, perché in banca, per ragioni slegate dalla solidità finanziaria non riescono a ottenere credito – in termini di liquidità ma anche di fiducia. O perché hanno fatto mille volte la trafila fornendo centinaia di documenti e facendo decine di incontri, impiegando settimane per avere cassa che spesso se non immediata diventa inutile.
E soprattutto, questo è accaduto anche grazie alla rete di vendita fisica, con gli agenti che hanno agito da procacciatori, diffondendo il verbo del fintech e mostrando che esisteva un’alternativa allo spesso difficile rapporto tra banche e imprese.
Il potenziale fintech delle imprese del Sud
Nel 2020 la crescita esponenziale di BorsadelCredito.it in termini di erogato è stata determinata in buona parte dalla crescita del Sud. Con il Covid, a partire dal marzo 2020, la produzione è triplicata, un po’ grazie anche alle garanzie statali sui prestiti che ci hanno consentito di aumentare il rischio e un po’ perché le aziende avevano bisogno di liquidità e quindi hanno “rischiato” rivolgendosi a un soggetto fintech, che appariva oscuro in quanto sconosciuto.
È capitato che gli imprenditori richiamassero preoccupati perché avevano ricevuto in tre giorni un bonifico da 300mila euro, inviando tre documenti, firmando digitalmente, senza incontrare nessuno. Era una specie di magia per chi è abituato ad attendere un mese solo per il primo appuntamento in banca.
Nel 2021 abbiamo sviluppato una rete strutturata con area manager su territorio nazionale che dovrebbe equilibrare in maniera solida il portafoglio, in termini di erogato geografico, facendo emergere sempre di più il potenziale del Meridione. Perché non sia più zavorra ma una parte del Paese che cresce e contribuisce al Pil. Il Sud ne ha a sua volta voglia. Ed evolve.
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