19 ottobre, 2021

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Scritto da: Redazione Opyn

Internazionalizzazione: una FinTech Italiana alla conquista del mondo

L’Italia è la quarta economia europea ma 12esima se si guarda agli investimenti in Venture Capital dell’ultimo quinquennio e 14esima in base al valore combinato delle sue startup. Per dare gas all’ecosistema dell’innovazione – e con esso alimentare la ripresa del Pil, dell’occupazione, degli investimenti – le startup devono mirare alla crescita. L’Italia ha anche un’ampia tradizione di eccellenza tecnologica sulla quale abbiamo tanto da costruire ancora.

A cura dell’Ufficio Studi di Opyn

Può una fintech italiana portare la sua tecnologia e i suoi servizi nel mercato globale? La risposta è sì. Non è consueto e neppure facile, ma possibile. E auspicabile, diremmo.

Se una startup diventa miliardaria, crea valore e lavoro, aumenta il livello generale di innovazione del Paese da cui promana. L’Italia di tutto questo ha particolare bisogno e nel post Covid ancora di più. Perché da sempre investiamo poco in ricerca e sviluppo, perché abbiamo la produttività più bassa dell’area Ocse e un livello di disoccupazione elevato. Sono cose note e la ricetta per cambiarle esiste.

Il sottosviluppo italiano dell’ecosistema dell’innovazione

Anche perché la causa è altrettanto chiara, guardando il sottosviluppo del nostro ecosistema dell’innovazione. Secondo un recentissimo report di Dealroom, l'Italia è la quarta maggiore economia europea, ma è solo al 12esimo posto per gli investimenti in Venture Capital, con 3,6 miliardi raccolti negli ultimi cinque anni. L'enterprise value combinato delle startup italiane è di 21 miliardi di euro, il che ci pone ancora più in basso in classifica, 14esimi. Un ecosistema sottodimensionato, che però non impedisce di essere molto innovativo, continuano gli analisti del provider di dati. Da sempre l’Italia, che nel mondo è più nota per la sua arte e la bellezza, fa tecnologia. Da Olivetti in poi, abbiamo un track record fenomenale di primati nel settore dell’innovazione, a fronte di risorse scarse, com’è evidente dai numeri.

Cinque anni dietro la Spagna, sette dietro la Francia

Quello che non riusciamo a fare è superare una certa soglia dimensionale. L’Italia ha dato vita a soli “due unicorni domestici, Yoox e MutuiOnline – scrive Dealroom – ma l'elenco di quelli che sono andati via è più lungo, da Depop a Truelayer e Soldo”, virati alla volta di Londra. Gli unicorni potenziali sono sempre pochi: Dealroom ne conta 12 (il 6% del totale del Regno Unito). Insomma siamo almeno 7 anni indietro rispetto a Francia e Svezia e 5 anni dietro alla Spagna. Ma l’attenzione ora è elevata e il ritmo aumenta (prova ne sia che il VC ha investito nel primo semestre del 2021 una cifra che è 2,6 volte superiore a quella, già record per i nostri standard, dello stesso periodo del 2020). Insomma, il gap potrà chiudersi nel giro di qualche anno.

Ci vogliono più unicorni

Le startup però devono fare la propria parte. Che è quella di puntare alla crescita. Opyn sta percorrendo questo percorso come, ancora una volta, ci dicono i numeri. Nel 2020 alla piattaforma faceva capo il 12% dell’erogato complessivo del lending ed è stata la società fintech che è cresciuta di più in assoluto in Europa, con un aumento dei prestiti alle imprese del 200% dal 2019. Adesso è pronta al passo successivo: uscire dai confini nazionali. Crescere in un contesto almeno europeo dovrebbe essere un diktat per chi vuole almeno provare ad ambire a una dimensione da unicorno.

Non è facile dicevamo: il mercato europeo è simile per dimensioni e numero di abitanti a quello degli USA, ma molto diverso sul fronte qualitativo, perché fatto di 27 Paesi – se ci limitiamo alla sola Ue – con culture, lingue, abitudini differenti. E persino regole – per quanto in un quadro sempre più armonizzato – diverse. Opyn opera in un settore complesso com’è quello finanziario. Ma operatori globali nel business lending esistono già: l’esempio forse più importante è quello di Funding Circle, che ha attraversato l’Atlantico per portare i suoi servizi da Londra agli USA (e opera anche nel resto d’Europa). Opyn vuole essere dunque la prima piattaforma italiana di lending che travalica i confini nazionali e mira alla dimensione di unicorno. Lo faremo un passo alla volta, iniziando a espanderci nei primi due mercati europei entro il 2023.

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