Queste sono le parole di Lorenzo Petronio, uno degli investitori in P2P lending della prima ora: è lui il protagonista della prima “storia di successo” dei nostri prestatori
Con questo post, BorsadelCredito.it inaugura una nuova rubrica dedicata alle storie di successo. Che non sono solo quelle delle aziende a cui diamo credito, ma anche quelle dei prestatori che le finanziano. Magari all’inizio un po’ cauti, viste le caratteristiche innovative del P2P lending, non ancora del tutto introiettato nella cultura del piccolo risparmiatore italiano, ma poi conquistati proprio dalla novità dello strumento e dalla possibilità che offre: da un lato avere un rendimento interessante con un profilo di rischio contenuto, dall’altro contribuire allo sviluppo della nostra economia reale. E dunque entusiasti di poter destinare una parte del proprio patrimonio al FinTech: non a caso, da quando abbiamo cominciato questa avventura, la comunità di prestatori è arrivata quasi a 4.000 unità.
Buona lettura!
“Io sono stato avvantaggiato: sono venuto in contatto con BorsadelCredito.it agli albori della sua storia, perché conosco direttamente le persone che l’hanno fondata e quindi preesisteva un rapporto di fiducia”, dice Lorenzo Petronio, classe 1976, triestino di nascita e milanese per scelta, consulente in Accenture fino a un anno fa. Proprio in Accenture aveva conosciuto i suoi colleghi che poi, ai suoi occhi cavalieri coraggiosi pronti a lasciare senza timore un lavoro sicuro per l’avventura della start up, ha ritrovato in altra veste in BorsadelCredito.it.
“Siamo sempre rimasti in contatto e infatti sono, senza dubbio di smentita, uno dei prestatori della prima ora. BorsadelCredito.it è stata fonte di ispirazione sul fronte degli investimenti, ma anche per altro: da un anno mi occupo anche io di start up, lavoro per Supernova Hub, l’incubatore di Italmondo. Insomma, non è un colpo di fulmine per me il FinTech. Credo che sarà un lungo matrimonio”, racconta Petronio, che si è avvicinato, quarantenne, a quello che sembrerebbe un investimento da Millennial con uno spirito da neofita. “Diciamo che prima di fare questo investimento tenevo i soldi sul conto deposito, nulla di più. Non ero un investitore particolarmente evoluto. La logica con cui ho destinato una quota dei miei risparmi a BorsadelCredito.it è stata mossa da un lato dalla fiducia cieca nella gestione, dall’altro dalla conoscenza del meccanismo di funzionamento dell’iniziativa che è molto robusto. Ho preso i risparmi “da cassetto”, quelli che si dimenticano o si investono in Bot, e li ho destinati a Borsadelcredito.it sapendo che è un investimento proficuo, specie se approcciato con pazienza”.
E tra aspettative e realtà non c’è stata nessuna particolare discrepanza, a sentire Petronio: “Investo da due anni e direi che sono state rispettate tutte le mie aspettative. La promessa del 5% di rendimento annuo, innanzitutto: dal conto online è possibile vedere come cresce il patrimonio in maniera istantanea. C’è da dire inoltre che l’investimento è abbastanza differenziato per rendere quasi nullo il rischio per il cliente. Io ho messo i miei soldi in un paniere che prevede vengano indirizzati a centinaia di aziende, con importi anche solo di qualche decina di euro: la differenziazione è mostruosa. Un Fondo di protezione, sufficientemente capiente per coprire le possibili insolvenze, fa il resto in termini di protezione. L’unica avvertenza è che si tratta di un investimento paziente: ovvero di lungo termine, com’è ovvio che sia quando si prestano soldi alle PMI, per progetti di ampio respiro. Io ho scelto di tenere i soldi sul conto di BorsadelCredito.it, “dimenticarmeli”, con la certezza che se torno tra dieci anni li ritroverò valorizzati”.
Nell’esperienza di Petronio c’è un altro elemento che appare rilevante. “Sembra un’inezia ma non lo è – dichiara-. Ho raccontato il modello a mio padre, che è più vicino agli 80 che ai 70 anni, e gli ho suggerito di andare a farsi un giro sul sito. Mio padre aveva investito in titoli di Stato e azioni con risultati altalenanti negli ultimi dieci anni. Il team di consulenti è riuscito a fargli sottoscrivere un conto e a fargli anche depositare una cifra consistente e la cosa mi ha colpito molto: vuol dire che questi ragazzi, per lo più under trenta, sono riusciti a intercettare una fascia di popolazione molto distante dall’humus tecnologico e culturale che c’è dietro il loro lavoro. Semplicemente raccontando nella maniera corretta e più trasparente possibile il progetto”.
Insomma, da quello che traspare, il prodotto di BorsadelCredito.it sembrerebbe davvero trasversale. “Io credo che il marketplace lending possa attirare l’attenzione di una generazione addestrata al risparmio, qual è quella nata negli anni Cinquanta o Sessanta, che ha dei risparmi e che oggi ha un vuoto di opportunità, con i Bot che sono sottozero, i conti deposito che non rendono nulla e un panorama di azioni, in Italia, non così variegato. Se si vuole un profilo di rischio contenuto e fare un investimento redditizio non ha molte opportunità: BorsadelCredito.it rappresenta uno scenario nuovo e interessante. Che vale la pena provare a esplorare”.
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