10 dicembre, 2020

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Scritto da: Redazione Opyn

Milan FinTech Summit: l’evento che consolida la nostra città quale capitale europea del settore

Una due giorni per designare i trend del settore, in cui fanno bella mostra di sé 20 startup italiane e internazionali (selezionate tra le migliori) che vogliono cambiare la finanza. Per noi è l’occasione per parlare di come si sta evolvendo la tecnofinanza italiana e del ruolo del nostro Paese nell’ecosistema europeo dell’innovazione

Parliamo di Milan Fintech Summit, la due giorni internazionale interamente dedicata al FinTech. È un appuntamento a cui vale la pena partecipare e che ci interessa, in quanto rappresenta una pietra miliare per il nostro settore. È la prima volta infatti che un evento di tale portata si svolge in Italia (in streaming oggi e domani) e lo fa seguendo lo schema dei grandi meeting internazionali dedicati all’innovazione: partendo cioè da una base solida di esperienza sul campo.

Il lending italiano vale 2,6 miliardi (dei 6,6 dell’Europa continentale)

Siamo la FinTech Nation, il Paese che più di tutti in Europa (ex Regno Unito) può dire la sua sul fronte dell’innovazione finanziaria. Nel campo del lending vantiamo infatti un mercato grande in termini di erogato: oltre 2,6 miliardi nell’anno a giugno 2020, secondo il terzo report sulla Finanza Alternativa per le PMI. Un dato che si confronta con i 6,6 miliardi originati nell’Unione Europea ex UK, secondo il report sullo stato dell’arte del mercato di AltFi, il quale indica anche l’Italia come leader nell’invoice trading.

Non è solo questione di quantità, ma anche di qualità. Le startup italiane del FinTech sono innovative e possiedono tecnologie proprietarie in grado di guidare la prossima evoluzione della finanza in chiave digitale.

Per questo, un evento internazionale come quello odierno non può non essere valorizzato. Oltre a una giornata dedicata all’approfondimento dei trend in atto e delle prospettive future di open innovation, ci sarà anche una seconda giornata dedicata ai pitch di 20 startup (10 italiane e 10 internazionali), selezionate da un panel di esperti. Queste startup presenteranno le proprie idee e soluzioni per il futuro dei servizi finanziari e avranno l’occasione di incontrare la comunità finanziaria italiana e internazionale.

Milano, il terzo polo del triangolo dell’innovazione

È un evento importante perché porta di fatto tutto il Gotha dell’innovazione finanziaria a Milano e consacra la nostra città e il nostro Paese come il centro europeo del settore in rapida crescita di cui facciamo parte.

L’augurio è che questo appuntamento si ripeta e diventi fisso, al pari del South Summit di Madrid dove, ogni ottobre – dal 2012, anno in cui Spain Startup e la IE Business School videro nell’imprenditorialità nascente nel Sud Europa una possibilità per uscire dalla crisi che colpiva duro – le migliori idee innovative internazionali competono a suon di pitch. E al pari del Web Summit di Lisbona, oggi considerata la maggior fiera della tecnologia di tutto il mondo, nata nella periferia irlandese e trasportata nella capitale del Portogallo, giudicata dal suo stesso fondatore un habitat ideale.

L’Italia è follower nel contesto dell’innovazione: ma il ritardo può trasformarsi in vantaggio

D’altronde, pur essendo il nostro mercato in generale un po’ più arretrato, è pur vero che il Nord Europa potrebbe essere saturo, con prezzi gonfiati e occasioni sempre più rare. Almeno così parrebbe, a guardare i numeri dell’ultimo report di Invest Europe, secondo cui il fundraising del Sud Europa (Grecia, Italia, Portogallo e Spagna) è cresciuto a 5,6 miliardi a fine 2018 contro i 4,5 miliardi del 2016 e i 3,7 miliardi del 2015. Le idee del Mediterraneo piacciono, tanto che l’area vale in percentuale quanto Germania, Austria e Svizzera (12% contro 13%). Inoltre gli investimenti per la crescita sono ammontati a 1,9 miliardi distribuiti su 159 aziende, contro le 421 dell’area germanica (per una cifra complessiva identica) e rispetto ai 3 miliardi dell’inarrivabile Regno Unito, che però ha finanziato 371 scale-up. Considerando che l’Italia è ancora la settima potenza economica mondiale e che il Venture Capital ha un peso infinitesimale sul PIL, è evidente che esista un potenziale inespresso enorme.

Infine, mentre Spagna e Portogallo hanno già fatto importanti passi in avanti per consolidare la loro posizione nell’ecosistema dell’innovazione, l’Italia può fare tesoro della sua posizione per imparare dagli errori degli altri. Inoltre, dalla nostra abbiamo in più una consolidata tradizione di imprenditoria e il made in Italy che è un valore aggiunto anche quando si parla di tecnologia. 

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