Seconda puntata alla scoperta delle parole di BorsadelCredito.it. Oggi affrontiamo il secondo pilastro della transazione, ovvero le PMI. Piccole e medie imprese, una categoria che secondo l’Unione europea comprende le imprese con meno di 250 dipendenti, con un fatturato inferiore ai 50 milioni o un bilancio che non superi i 43 milioni. Una definizione che l’Europa ha ritenuto di dover coniare per migliorare l’efficacia delle misure a favore di questi soggetti, che costituiscono l’ossatura dell’economia del continente e di fatto ne trainano il PIL. Le PMI europee sono 21 milioni distribuite in 27 Paesi e, secondo Eurostat, circa due terzi della popolazione europea è occupata in microimprese o imprese di piccole e medie dimensioni e le PMI producono il 60% del valore aggiunto nell’UE.
In Italia, secondo le ultime rilevazioni Istat, le imprese sono in totale 4,2 milioni, di cui oltre il 95% rientra micro imprese, ovvero imprese con meno di 10 dipendenti e fatturato inferiore ai 2 milioni. In questo gruppo lavora il 46,8% degli oltre 15 milioni di addetti complessivi. Queste stesse microimprese hanno visto però gli investimenti diminuire del 18,7% contro un aumento del 12% registrato rispetto all’anno precedente da quelle con più di 20 addetti.
Ciò si riflette chiaramente anche in una disparità delle possibilità di accesso al credito: il sistema tradizionale tende a finanziare sempre più aziende medio-grandi, lasciando sul mercato una fetta sempre più grande di credito a cui le piccole dovrebbero accedere, principalmente per scarsa convenienza commerciale. È un problema che noi, come le altre piattaforme di credito alternativo, stiamo affrontando concretamente con soluzioni innovative. In circa due anni di attività, il mercato alternativo ha già permesso accesso al credito alle aziende per oltre 100 milioni di euro. Il futuro del credito alle aziende passa certamente per l’attenzione ai nuovi canali di finanziamento.
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