15 marzo, 2022

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Scritto da: Redazione Opyn

L’embedded finance? Ora la domanda arriva dalle Pmi

Già l’85% delle Pmi nel mondo ha sperimentato servizi di finanza incorporata nelle app usate per l’operatività quotidiana. E ne ha apprezzato la comodità e l’efficienza. È un trend ormai inarrestabile e un mercato che, secondo le stime di Accenture può valere 124 miliardi di dollari nel 2025. Chi non salta sul carro, resta fuori

Le destinatarie ideali dell’embedded finance? Le Pmi. Lo conferma un’indagine globale di Accenture su 2.500 Pmi in 10 mercati. È un trend che la pandemia ha contribuito a potenziare: perché con la digitalizzazione dell’operatività, le piccole e medie imprese si sono rese conto della comodità di svolgere le funzioni bancarie in maniera semi automatica grazie alle app e alle interfacce utilizzate per l’operatività quotidiana. L’embedded finance per le Pmi è il fenomeno per cui, appunto, i servizi bancari fluiscono sotto le attività operative e di fatto spariscono. E, secondo il sondaggio di Accenture, l’85% delle Pmi interrogate ne fanno già uso: i servizi digitali sono forniti dalle piattaforme di e-commerce, dagli attori della gig economy, dai marketplace, dagli istituti di pagamento e dalle piattaforme di social media. Inoltre, includono contabilità basata su cloud, gestione finanziaria, soluzioni di produttività e collaborazione. È un mercato che vale 124 miliardi di dollari entro il 2025 (una cifra che è pari a circa un quarto dei ricavi complessivi che l’industria bancaria tradizionale ottiene dalle Pmi) e che per le Pmi può portare a sua volta ricavi aggiuntivi per 92 miliardi di dollari nello stesso arco temporale.

L’Oceano blu dell’embedded finance per le Pmi

E, quel che più conta, è un mercato che è ancora un Oceano blu, per usare un termine caro alla strategia aziendale (coniato da W. Chan Kim e Renée Mauborgne, professori all'Insead): ovvero un mercato vergine dove la concorrenza è ancora limitata e lo spazio sterminato. Tutto sta, per le fintech e le big tech che vogliono cogliere il trend, nel muoversi per prime per riuscire a godere di un vantaggio competitivo unico.

Per gli incumbent, segnala Accenture, questo trend segna l'arrivo di una nuova significativa minaccia ma anche di un'importante opportunità di crescita. Il gioco è appena iniziato perché nonostante la nascita di sempre più challenger bank e fintech nel mondo, le Pmi non si sono affrettate a passare dalle banche tradizionali storiche ai nuovi attori digitali. Ma è solo questione di tempo.

I vantaggi dell’embedded finance per le piccole e medie imprese

Le piattaforme che già offrono embedded finance (vedi Amazon, Alibaba, PayPal, Deliveroo, ma l’elenco potrebbe continuare per molte righe) hanno alti livelli di penetrazione nel mercato delle Pmi, e hanno anche guadagnato fiducia tra gli imprenditori. Inoltre, le Pmi hanno iniziato ad apprezzare il valore aggiunto dell’embedded finance: ovvero la possibilità di accedere ai servizi finanziari h24, senza soluzione di continuità tra le diverse funzioni, potendo da un’unica app o sito Web che usano anche per raccogliere gli ordini e smistarli, per esempio, effettuare un bonifico bancario o compilare una domanda di prestito. Oltre ovviamente a poter incorporare servizi di tesoreria e servizi per i propri clienti. Un dato molto interessante che emerge dal sondaggio di Accenture è che sono soprattutto le medie imprese (tra 50 e 249 dipendenti) a guardare con interesse il mondo delle fintech. Se la percentuale di Pmi disposte a dotarsi di servizi bancari fintech è del 41%, simile al 44% di chi preferirebbe un servizio fintech offerto in appoggio a una banca tradizionale, quella delle medie imprese cambia drasticamente. E diventa del 30% per i servizi fintech in accompagnamento a quelli bancari e del 57% per servizi fintech offerti in esclusiva.

E il 47% delle Pmi (57% delle sole medie imprese) non ne fa una questione di costi: passerebbe al fintech anche a prezzo uguale se non superiore.

Si tratta di un’onda che sta arrivando e che, se ignorata, rischia di travolgere le banche. Ci sono casi virtuosi di istituti bancari tradizionali che stanno aprendo in tutto il mondo al fintech, con collaborazioni e alleanze che consentono di offrire ai client Pmi l’embedded finance. Goldman Sachs, JpMorgan in Usa, e Société Générale e Banca Sella di qua dall’Atlantico, sono gli esempi virtuosi in questo senso. Ma le altre dovranno scegliere se saltare sul carro della nuova domanda delle Pmi (che spinge verso il fintech) o restarne fuori.

Collaborazione banca-fintech-bigtech per offrire embedded finance alle Pmi

I modelli di collaborazione possibili sono due:

Pass-through services, dove il fintech diventa il canale attraverso cui la banca offre, via API, servizi a valore aggiunto a suo marchio proprio dove i clienti ne hanno più bisogno nel flusso delle attività commerciali. A prima vista, questo modello è meno dirompente per le banche perché non minaccia i rapporti primari di conto. Inoltre non intacca le fondamenta architettoniche dell’IT della banca e richiede un investimento relativamente piccolo. Tuttavia, non c'è dubbio che la banca sia alquanto disintermediata in questo modello e ciò potrebbe comunque influire sulle relazioni con i clienti nel tempo.

Il secondo modello è quello del Platform-branded services, dove è la piattaforma digitale di e-commerce o di social media, a offrire l’embedded finance direttamente come servizio della sua gamma alle Pmi clienti finali. In questo caso il servizio sarà perfettamente integrato nella user experience del cliente e la piattaforma la gestirà, insieme al costo del servizio offerto. Ci saranno anche in questo caso partnership con banche o fintech per la strutturazione di prodotti ad hoc. Non c'è dubbio che questo modello presenti un’opportunità per le banche, che potrebbero aumentare la propria base di clienti Pmi, ma non è privo di sfide, prima fra tutte il rischio di cannibalizzazione per le banche stesse.

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