12 settembre, 2017

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Scritto da: Redazione Opyn

Settembre: tempo di rivedere i portafogli. Perché investire in p2p lending può essere una buona idea

L’estate sta per finire e torna il momento della ripresa, dei buoni propositi e della voglia di nuovi stimoli. Settembre è il mese in cui gli studenti tornano sui banchi di scuola e anche quello in cui gli investitori guardano i propri portafogli per capire se è il caso di metterli a punto. Davanti a noi alcuni eventi che potrebbero condizionare l’andamento dei mercati: le elezioni tedesche del 24 settembre, che però sembrano avviate verso un esito piuttosto scontato ovvero la conferma dello status quo; l’annuncio riguardo all’appuntamento elettorale italiano e, a inizio 2018, il cambio al vertice della Fed, e una sua impostazione più aggressiva verso il rialzo dei tassi mentre anche la Bce si sta allineando a una politica più hawkish rispetto al recente passato. Eventi che condizioneranno le scelte di chi investe e deve proteggere il capitale cercato, ove possibile, di ricavarne un rendimento. 

Secondo i gestori, la scelta dei prossimi mesi dovrà privilegiare le azioni rispetto alle obbligazioni e l’Europa rispetto agli Usa. Tuttavia, le asset class tradizionali, seppure continueranno a fare la parte del leone nei panieri, dovranno essere accompagnate da investimenti alternativi perché l’alpha complessivo ne giovi. E il P2P lending, come quello che Borsadelcredito.it offre alle PMi italiane, rientra a buon diritto tra questi investimenti.

In questo post vogliamo fornire ai nostri lettori un piccolo promemoria delle ragioni per cui i prestiti alle imprese che viaggiano online possono rappresentare, se opportunamente utilizzati in un portafoglio di investimento complesso, una scelta vincente.

1) Il primo motivo è proprio che il P2P lending è un investimento alternativo: cioè un asset che esula dagli investimenti mainstream come le azioni, le obbligazioni e la liquidità. Gli investimenti alternativi hanno un’opportunità di crescita senza precedenti, favorita dal contesto di bassi rendimenti dei titoli di Stato, mercati azionari volatili e aumento dei timori inflattivi, fattori che stimolano un nuovo interesse da parte degli investitori. In sostanza, questo strumento offre una possibilità di diversificazione del portafoglio che è poi una delle regole auree di chi investe e di chi dà consigli di investimento. Dedicare una piccola percentuale dei propri investimenti complessivi al social lending offre una possibilità di guadagno in più.

2) E proprio questa possibilità di guadagno è il secondo motivo che rende il P2P lending attraente. Quando parliamo del P2P lending che fa BorsadelCredito.it, parliamo di prestiti alle imprese, un sotto settore che fa molto gola anche agli investitori professionali. Perché, come si legge nel report Alternatives 2017, stilato dagli esperti delle società di investimento di BNY Mellon, può soddisfare la loro fame di rendimento.

Il settore dei prestiti (loan) ha attratto molti nuovi investitori professionisti negli ultimi 18 mesi, grazie a ritorni relativamente elevati pari al 4-5% circa sia in Europa sia negli USA, con volatilità contenuta e decorrelazione rispetto alle altre asset class“, afferma Paul Hatfield, Chief Investment Officer di Alcentra (BNY Mellon). Il prodotto offerto da BorsadelCredito.it offre un rendimento che è costantemente sopra il 5% dall’inception, con un track record di ormai due anni.

3) Oltre al rendimento, il prodotto offerto da BorsadelCredito.it garantisce una forte protezione dal rischio. Che consiste, per la tipologia stessa dello strumento, nella possibilità che le imprese a cui viene erogato il prestito si mostrino insolventi. Da questo pericolo ci tuteliamo con una serie di strategie: diversificando al limite dell’1% ogni paniere offerto al prestatore (ovvero parcellizzando il suo investimento in circa 100 pezzetti, ciascuno facente capo a una società diversa); scegliendo le società beneficiare del prestito con un rigoroso modello di ranking; avendo istituito il Fondo di Protezione, ovvero un salvadanaio in cui le stesse imprese versano una percentuale di quello che ricevono in prestito, che servirà a coprire eventuali rate impagate, proteggendo così l’investitore.

Certo, è vero che si tratta di uno strumento relativamente nuovo – almeno per il mercato italiano, perché nel mondo anglosassone muove cifre di decine di miliardi ed è utilizzato dalle stesse banche per offrire un’alternativa di credito alle imprese che non possono essere finanziate con il canale tradizionale (le operazioni piccole per le banche sono molto costose e quindi poco appetibili). Dunque, la relativa novità può spaventare, ma proprio l’esempio di quanto avviene tra UK e Usa dovrebbe rassicurare. Ed è vero anche che la tassazione non è agevolata rispetto a tutti gli altri strumenti di investimento, essendo prevista quella ad aliquota marginale sul reddito. Ma proprio per questo BorsadelCredito.it ha studiato formule promozionali che spesso azzerano o riducono sensibilmente la pressione fiscale, senza considerare che anche considerando l’aliquota più alta, il 5% del rendimento lordo di BorsadelCredito.it ha sempre battuto altri strumenti paragonabili per rischio/rendimento (verificate qui).

Insomma, perché non provare? Settembre è il mese giusto!

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