17 aprile, 2014

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Scritto da: Redazione Opyn

Il 2019 di BorsadelCredito.it si chiude a 77,5 milioni di euro di erogato (in crescita di circa il 50% anno su anno)


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Quasi 4 milioni di euro sono stati erogati da BorsadelCredito.it alle PMI nel mese di dicembre 2019: un rush finale che segna il record storico mensile per la nostra piattaforma e grazie al quale l’anno si chiude a 77,492 milioni dai 73,596 di novembre. Il valore è distribuito su 854 prestiti (+30 nel mese) e si confronta con i 52,396 milioni su 604 prestiti di fine 2018.

Il volume erogato, che include anche i prestiti da parte degli istituzionali, mostra dunque un incremento del 47,9%, sostenuto ma che fisiologicamente rallenta rispetto a quello del 2018 sul 2017 (che era stato del 134%). Un segnale del consolidamento del mercato italiano del lending e del suo ingresso in una fase di maturità. 

Se scorporiamo dal totale i prestiti a cui hanno partecipato gli investitori istituzionali, l’erogato dipeso dal retail ha raggiunto un volume di 57,116 milioni (dai 54,283 di novembre) distribuiti su 668 prestiti.

La mappa geografica e settoriale dei prestiti di BorsadelCredito.it

Analizziamo dunque come i 30 nuovi prestiti erogati a dicembre abbiano inciso sulla mappa dei debitori di BorsadelCredito.it. In termini geografici, resta saldamente in testa alla classifica la Lombardia, che si conferma il mercato regionale più dinamico con ben 9 nuove richieste di credito evase, per una quota complessiva di 265 prestiti (dai 256 di fine novembre). Seconda maggior richiedente la Campania che sale a 152 (+3), seguita da Piemonte, in crescita a 104 da 98, e Lazio (+3, a quota 87); la Puglia resta ferma a 52, mentre il Veneto continua a crescere a quota 56 (+3); come l’Emilia Romagna che guadagna un prestito a quota 35. Seguono la Toscana e la Sardegna, con 21 prestiti ciascuna: il dato è invariato per entrambe le regioni.

Il settore più attivo si conferma quello dei servizi, con il 25,1% del mercato complessivo, rincorso dal commercio al dettaglio (con una fetta del 15,1% dell’erogato a cui si aggiunge il 14,4% del commercio all’ingrosso); industria e produzione si attestano a quota 13,9%, i trasporti e la distribuzione si collocano al 23,9% e l’edilizia si attesta al 6,8%.

Il rendimento

Com’è andato il mese di dicembre dal punto di vista del rendimento? L’interesse medio dei prestiti su BorsadelCredito.it si è attestato al 5,56%. Nullo il tasso dei prestiti in default non coperti dal Fondo di Protezione (per ulteriori dettagli è possibile consultare la nostra tabella di sintesi qui).

Confronto con fondi corporate, BTP e conti deposito

Il confronto con le diverse asset class paragonabili per le caratteristiche di rischio/rendimento vede il nostro strumento per l’ennesima volta in cima alla classifica con un distacco rilevante rispetto al secondo in lizza. Prestare tramite BorsadelCredito.it, con questi numeri, permette un guadagno al netto del Fondo di Protezione e della tassazione al 26% di oltre 411 euro su un capitale investito di 10mila euro. Un valore che è costante, in media, negli ultimi tre anni.

fondi bond corporate a 4 e 5 stelle Morningstar – quindi i migliori della categoria – proseguono il recupero avviato a inizio 2019: e confermano un rendimento annuale positivo in forte crescita. Il rendimento annualizzato a tre anni si attesta tuttavia a fine 2019 al 1,91% (poco più di 141 euro al netto delle tasse), mentre espandendo l’orizzonte temporale sui cinque anni, il reddito si colloca leggermente all’1,77% (circa 131 euro al netto delle tasse). 

Tutti i numeri relativi ai fondi non tengono tuttavia conto delle commissioni di ingresso né di quelle di gestione, e quindi sovrastimano la reale entità del guadagno. 

A dicembre 2019 i BTP quinquennali, altra asset class con cui confrontiamo i nostri finanziamenti, hanno staccato in asta una cedola dello 0,35%, complice la nuova svolta super espansiva della BCE: il rendimento è di 31 euro su un investimento di 10mila euro, al netto dell’imposta agevolata al 12,5%, in un mercato che continua a essere penalizzato dall’incertezza. I conti deposito vincolati si collocano poco sopra i titoli di Stato, grazie a un rendimento medio di quasi lo 0,5%, corrispondente a un reddito di poco superiore ai 36 euro al netto del 26% di ritenute, sul medesimo ticket di ingresso di 10mila euro.