2 luglio, 2019

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Scritto da: Redazione Opyn

“La Vera Napoli”: l’azienda agricola del Sud che non ha paura del FinTech


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Un’impresa che fa conserve di pomodori a Cercola, con un giro di affari di circa 20 milioni. E la continua necessità di alimentare il circolante. Raffaele Trinchese ci racconta come con il lending di BorsadelCredito.it ha migliorato la propria attività

Siamo agricoltori, il lavoro è stagionale, ha costi elevati che dobbiamo gestire e il modo di fare della banca non basta più”. A raccontarlo a BorsadelCredito.it è Raffaele Trinchese, presidente de La Vera Napoli, azienda conserviera fondata nel 1997 e diventata cooperativa nel 2003.

La sede precisamente è a Cercola, un comune di 18mila abitanti alle porte del Parco Nazionale del Vesuvio, una terra bella e aspra di fango e fuoco dove Trinchese ha sempre lavorato, ingrandendo progressivamente l’azienda, ma senza smettere di fare l’agricoltore.

Ci occupiamo prevalentemente di conserve di pomodori: abbiamo una decina di soci che ci conferiscono la materia prima e noi la trasformiamo tra luglio e settembre. I soci ricevono il pagamento del 50% delle fatture a 60 giorni e il saldo nei primi mesi dell’anno successivo”, spiega Trinchese, anticipando perché sia così importante per la sua azienda avere liquidità a disposizione. Ma prima di approfondire, una premessa: la Vera Napoli opera in un settore all’apparenza per nulla innovativo, eppure ha avuto la lungimiranza di affacciarsi al mercato alternativo del credito. La Campania è il secondo mercato dei prestiti per BorsadelCredito.it: vale circa il 20% dei 60 milioni complessivi ed è dietro solo alla Lombardia. Le imprese campane, evidentemente, sanno essere innovatrici, anche quando operano in settori tradizionali.

Quando lo raggiungiamo al telefono, Trinchese è nella sua campagna e non ha molto tempo: la natura non aspetta.

La natura ha tempi rigidi che influenzano la vostra attività: ce li racconta?

Il conferimento della materia prima è completo a luglio e la trasformazione arriva fino a settembre: in questo periodo dell’anno arriviamo ad assumere – in maniera diretta, senza intermediari – fino a 120 operai stagionali, mentre i nostri dipendenti fissi sono 15.

Quali sono i vostri numeri e dove vendete il vostro prodotto?

Il giro di affari varia tra i 15 e i 20 milioni di euro. Eravamo presenti sul mercato USA fino a un paio di anni fa, ma abbiamo avuto un problema con l’importatore che ci ha lasciati da un momento all’altro. Abbiamo recuperato attraverso il tribunale solo parte della liquidità su cui eravamo esposti ma è stato per noi davvero problematico, tanto da farci decidere di concentrarci per ora solo sul mercato locale. Tra i nostri clienti ci sono anche aziende note come Divella.

La disavventura americana vi ha spinto in qualche modo verso BorsadelCredito.it?

Sicuramente ha pesato. Perché ci siamo ritrovati con uno scoperto importante e, nonostante siamo un’azienda solida, con i conti in ordine e sempre a reddito IVA, ci siamo trovati con necessità sul circolante. La banca non era più sufficiente a coprire le nostre esigenze con i suoi tempi e dunque abbiamo abbracciato volentieri questa opportunità alternativa che arrivava dal FinTech.

Che genere di finanziamento avete ottenuto e come lo avete usato?

Abbiamo ottenuto un prestito a breve termine di 300mila euro e lo abbiamo utilizzato per approvvigionarci di tutto ciò che serve in vista del periodo clou: per esempio per comprare stagno per cui spendiamo ogni anno tra i 6 e i 7 milioni di euro. Alimentare il circolante per noi è vitale: le spese sono molte, per pagare gli operai stagionali, il consumo di energia, per lo stesso smaltimento dei barattoli che necessita un anno di tempo. Tutto in funzione di un prodotto finito che deve essere eccezionale.

Siete soddisfatti della vostra esperienza digitale?                                 

Assolutamente sì. Tanto che pensiamo di tornare da BorsadelCredito.it. Ma dopo settembre, in chiusura di bilancio, sono fiducioso che troveremo nuovi modi di collaborare.

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