25 giugno, 2021

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Scritto da: Redazione Opyn

ToLuFashion: storia di un’azienda che ha resistito alla crisi grazie al FinTech


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“Quando abbiamo percepito la crisi che sarebbe seguita alla diffusione del Covid abbiamo cercato un finanziamento. Lo abbiamo trovato nelle soluzioni FinTech di BorsadelCredito.it con la velocità che ci occorreva per non subire danni peggiori. E nel frattempo abbiamo messo in piedi un sito di vendita che in tempi normali avrebbe richiesto 3-4 anni. Da qui ripartiamo”, la storia di Edgardo De Carolis, ceo e cofounder insieme a Jessica Sonnino di ToLuFashion

Una crisi trasformata in opportunità. Se c’è una caratteristica realmente distintiva di un’impresa resiliente, è questa. A farlo è stato Edgardo De Carolis, ceo e cofounder imsieme a Jessica Sonnino di ToluFashion, marchio di moda mamma-figlia di Roma, che si è rivolto al FinTech quando è arrivato il primo severo lockdown. “Abbiamo compreso la portata dello tsunami che stava travolgendo l’economia e non abbiamo avuto alcun timore a cercare un prestito per tirare avanti e superare la burrasca. E intanto abbiamo pensato a una exit strategy fatta di investimenti e di omnicanalità”.

L’arrivo del Covid e la scoperta del FinTech per ottenere nuovo credito

La storia di ToluFashion, piccola azienda con fatturato inferiore ai 5 milioni e meno di 30 dipendenti, inizia nel 2013, quando De Carolis e Sonnino iniziano a lavorare nel tessile wholesale. Quattro anni fa l’imprenditore ha scelto di passare al business retail per abbassare l’esposizione finanziaria dando vita a una struttura caratterizzata da cash flow più veloce. “A dicembre 2019 siamo arrivati ad avere 7 punti vendita retail, di cui 6 in Lazio e uno a Venezia. E poi è arrivato il Covid”. Una bomba atomica che ha costretto ad agire con tempestività: “solo l’incontro con il FinTech a febbraio 2020 ci ha consentito di sopportare il lockdown: avevamo già deciso di chiudere due punti vendita, per mancanza di break-even, a Venezia e a Viale Eritrea a Roma. Fatto questo passo abbiamo iniziato la nostra ricostruzione”.

I soci non hanno atteso le chiusure: già a fine 2019 aveva intuito il calo che ci sarebbe stato, a partire dalla debolezza delle vendite per l’allarmismo che era in giro. “Gennaio e febbraio 2020 sono stati mesi già catastrofici in un periodo stagionale molto favorevole per i saldi. A dicembre un consulente ci aveva parlato di BorsadelCredito.it e dopo i primi contatti la pratica è stata evasa a inizio 2020. Io, Edgardo, mi occupo di finanza all’interno del mio gruppo: è bastata una call con un responsabile. È bastato che illustrassi con chiarezza i numeri di ToluFashion per chiudere con velocità”. 

Prestiti in poco tempo per aiutare le aziende a ripartire

Il Covid non è finito: “ci siamo riaffacciati a Borsadelcredito.it qualche mese fa per consolidare il debito residuo di quanto ottenuto a marzo 2020 e abbiamo gestito un po’ di liquidità in più che ci aiuta in questo periodo di ripresa lenta. Anche in questo caso tutto il processo è durato un paio di settimane: abbiamo oggi il flusso di cassa per acquistare le merci, pagare gli stipendi e quant’altro”. E per avere tutto ciò è bastato gettare il cuore oltre l’ostacolo. “L’imprenditore italiano è abituato alla banca, e in generale si disinteressa degli altri strumenti di finanziamento, come il lending. Invece la conoscenza di tutte le alternative è potere, significa avere la possibilità di affrontare i problemi e risolverli. Le risorse sono necessarie in tempi di pace per lo sviluppo: sono le idee che fanno i soldi, non viceversa”.

Avere le risorse ma averle con velocità e semplicità è fondamentale nel settore del fashion in tempi normali, di più in settimane di una crisi senza precedenti nella storia recente. “Se non si ha denaro ma si ha il tempo è come se si avesse il denaro. Se per ottimizzare il tempo si deve anche sopportare un costo più alto ne vale la pena, perché a conti fatti si incasserà un risparmio in termini di efficienza e maggiori margini”. E questo è vero anche se si è un’azienda con rating Aaa e una media pagamento di 29 giorni con i fornitori e l’abitudine di “indebitarci solo per lo sviluppo”.

Gli abiti mamma-figlia di un’azienda sostenibile e tutta italiana

Jessica Sonnino e Edgardo De Carolis vengono dal mondo della moda dove hanno coltivato per anni il sogno “di un brand che vestisse le figlie come le mamme, per incarnare quello che è un desiderio atavico di ogni bambina”. Oggi il suobrand è interamente made in Italy: i progetti di stile partono dall’ufficio interno e vengono sviluppati da terzisti, che realizzano i campioni per l’eventuale produzione. “L’ambiente dei negozi è caldo e accogliente e l’entourage è tutto femminile.

Un altro valore del brand è la sostenibilità. “Usiamo tessuti riciclabili, utilizziamo un processo ecologico per lavare i jeans in lavanderie a basso impatto e carta riciclabile per scatole e sacchetti”. E infine la digitalizzazione: “abbiamo investito per digitalizzare una piattaforma skillata che dialoga con il gestionale, dedichiamo migliaia di euro alle sponsorizzazioni mensili. Da aprile abbiamo messo in moto la macchina che avrebbe richiesto 3-4 anni in tempi normali. Le perdite sono state importanti, ma abbiamo cercato di essere resilienti”.

 

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