11 giugno, 2019

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Scritto da: Redazione Opyn

Collaborazione e specializzazione: i mantra del FinTech sono anche i trend dell’industria finanziaria (report Capgemini)

Secondo lo studio si apre lo scenario dell’Open X che va oltre l’Open Banking e creerà un mercato integrato, con ruoli specializzati per ogni player che consentirà uno scambio continuo di dati e servizi, migliorando l’esperienza del cliente e accelerando l’innovazione di prodotto

Collaborazione e specializzazione. I due trend principali che BorsadelCredito.it sta indicando da mesi (ne abbiamo parlato per esempio qui e qui) sono anche quelli che caratterizzeranno il futuro dei servizi finanziari secondo l’edizione 2019 del World FinTech Report (WFTR), pubblicata a inizio giugno da Capgemini e Efma.

La ricerca rileva che, nonostante l’Open Banking non sia ancora maturo, il settore stia entrando in una nuova fase di innovazione – denominata “Open X” – ovvero “una forma di collaborazione più efficace e strutturata, facilitata dalla standardizzazione delle Application Program Interface (API) e da insight condivisi relativi ai dati dei clienti. L’era dell’Open X creerà un mercato integrato, con ruoli specializzati per ogni player che consentirà uno scambio continuo di dati e servizi, migliorando l’esperienza del cliente e accelerando l’innovazione di prodotto”.

Il World FinTech Report 2019 si basa su un’indagine globale che comprende le risposte di 116 società di servizi finanziari tradizionali e 40 FinTech, che comprendono servizi bancari e prestiti, pagamenti e trasferimenti e gestione degli investimenti. La sfida che queste dovranno affrontare è duplice ma se si seguirà la strada indicata, si arriverà a uno scenario win-win: da un lato le FinTech porteranno le proprie operazioni su larga scala, dall’altro la collaborazione tra banche e FinTech, in una fase di stallo, potrà riprendere quota.

Ma vediamo nel dettaglio qual è la tesi del report. Innanzitutto, l’Open X è guidato da quattro cambiamenti fondamentali: il passaggio da un focus sui prodotti a un’enfasi sulla customer experience; l’evoluzione dei dati che si trasformano in asset strategico; il passaggio da un focus sulla proprietà alla facilitazione dell’accesso condiviso e l’attenzione verso le partnership per innovare invece di acquisire o costruire nuove soluzioni.

Le API come abilitatori dell’Open X

Per abilitare questo cambiamento sono necessarie le API, che consentono a terze parti di accedere a sistemi e dati bancari in un ambiente controllato: ma anche se i dati dei clienti sono già ampiamente condivisi e sfruttati dal settore, la standardizzazione delle API non è ancora comune. si tratta tuttavia di un passaggio fondamentale per ridurre le frodi, migliorare l’interoperabilità e aumentare velocità di accesso al mercato e scalabilità.

Le banche stanno esaminando due potenziali modelli di monetizzazione per le API: il revenue-sharing (considerato realizzabile per il 60% delle banche e il 70% delle FinTech, secondo il WFTR 2019) e le commissioni di accesso alle API (sostenute dal 46% delle banche e dal 55% delle FinTech). Tuttavia, solo un terzo degli istituti bancari sarebbe preparato per la monetizzazione delle API.

Cosa frena la collaborazione

Insomma, si crea un cortocircuito passando dalla teoria alla pratica: per la monetizzazione delle API e anche per la collaborazione in generale. A frenare forme di cooperazione più solide sono le reciproche differenze: il 66% delle banche e il 70% delle FinTech hanno evidenziato una differenza nella cultura organizzativa o nell’approccio del business partner, il 52% delle banche e il 70% delle FinTech hanno menzionato barriere di processo, mentre la mancanza di una visione e di obiettivi a lungo termine sono stati elencati come delle sfide difficili da superare dal 54% delle banche e dal 60% delle FinTech. Solo il 26% dei dirigenti bancari e il 43% dei leader delle FinTech hanno affermato di aver identificato il partner giusto per avviare una collaborazione in ambito Open Banking.

Il tema della specializzazione

Una volta rimossi gli ostacoli, all’interno del mercato Open X, le banche dovranno prima migliorare il loro modello integrato (tradizionale) e poi concentrarsi su aree di specializzazione. Il panorama si comporrà dai fornitori, che svilupperanno prodotti e servizi; gli aggregatori, che raccoglieranno prodotti e servizi dal mercato e li distribuiranno attraverso i canali interni, mantenendo le relazioni con i clienti; gli orchestratori fungeranno da connettori di mercato e coordinatori, facilitando le interazioni con i partner.

Secondo il report, è probabile che le imprese integrate facciano fatica ad adeguarsi al time–to-market di un ecosistema di specialisti e trovino difficile soddisfare le richieste dei clienti. E dunque, dovranno optare per una maggiore specializzazione. Tuttavia, indipendentemente dal ruolo assunto nell’Open X, conclude il report “devono reclutare persone con il giusto talento, sfruttare dati e tecnologia e collaborare con le FinTech per assicurare, prima di tutto, migliori capacità interne al fine di sviluppare un’offerta competitiva di servizi rilevanti nell’attuale scenario dell’Open Banking”.

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